Foggia, padre e figlio trovati morti dentro due sacchi di plastica

Duplice omicidio nel foggiano. Padre e figlio sono stati trovati senza vita chiusi in due sacchi di plastica.

E’ giallo a Cerignola, in provincia di Foggia. Il 58enne  Gerardo Cirillo e il figlio Pasquale Davide di anni 27, sono stati trovati morti chiusi dentro due sacchi di plastica.

Ansa/Franco Cautillo

I due sacchi sono stati rinvenuti tra i tubi utilizzati per irrigare i campi, sul loro terreno di campagna, nelle vicinanze di un casolare abbandonato tra Cerignola e Manfredonia dove i due vivevano. Una storia che potrebbe sembrare simile a quella dei due coniugi ritrovati in quattro valigie in provincia di Firenze. Tuttavia qui la storia parrebbe essere molto diversa da quella dei poveri coniugi. Stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti si pensa che siano stati giustiziati con un colpo di pistola alla nuca e abbandonati a distanza di alcune decine di metri l’uno dall’altro. I due cadaveri sono stati ritrovati degli agenti della squadra mobile dopo la denuncia dei familiari, che non vedendoli arrivare e non riuscendosi a mettere in contatto con loro, avevano allertato il 113.

Il 58enne aveva precedenti per droga, era stato arrestato nel settembre 2014 mentre il figlio aveva la fedina penale pulita. Nelle ore successive al ritrovamento, gli investigatori hanno ascoltato parenti, amici e conoscenti delle due vittime ma per il momento, non è emerso nulla che possa aiutare a risalire all’identità dell’assassino o degli assassini. Gli agenti stanno indagando sulla vita privata di padre e figlio non tralasciano alcuna pista. Per il momento si tenderebbe ad escludere l’ipotesi di un gesto compiuto dalla criminalità organizzata. Ma la popolazione locale non è d’accordo e pensa che, invece, i due siano stati uccisi proprio dalla mafia del posto, la cosiddetta “società foggiana” nota per la ferocia con cui agisce. Gli abitanti del luogo hanno così commentato questa duplice tragedia: “Da queste parti anche se pronunci una parola di troppo rischi la vita.Sono stati colpiti alla testa, giustiziati. La mafia c’entra eccome e noi qui viviamo nel terrore, soprattutto per i nostri figli. La droga qualche sgarro sul lavoro o anche solo una battuta su una donna potrebbe avergli fatto fare questa fine”.

 

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