Luca Bianco, il professore che si presentò a scuola in minigonna: ormai è certo che la sua morte non è stato un incidente

E’ arrivata la conferma: la morte di Luca -Cloe Bianco, il professore transgender di Venezia, non è stato un incidente.

E’ stato trovato completamente carbonizzato all’interno del suo camper che, da tempo, era diventata la sua unica casa. La ex moglie e la figlia non avevano più sue notizie da tempo. La verità ci ha messo poco a venire allo scoperto: la moglie di Luca – alias Cloe – Bianco, professore transgender, non è stata un incidente.

Correva l’anno 2015 quando il docente di Fisica, ormai cinquantenne, ebbe l’ardire di fare outing presentandosi in classe vestito da donna. Da quel giorno Luca morì e nacque Cloe. Ma Cloe non era più in pace, non si sentiva più al suo posto in nessun luogo e così, in una lettera pubblicata su un blog a tema, ha spiegato il perché della sua scelta estrema: la scelta di farla finita. Già: non è stato un corto circuito, non è stato un aggressore esterno spinto da omotransfobia. E’ stata la stessa Cloe a uccidersi. Nella lettera d’addio pubblicata su Internet si legge: “Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte. In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò. Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto. Addio. Se mai qualcuna o qualcuno leggerà questo scritto».

Purtroppo questa lettera è stata letta troppo tardi, quando Cloe si era già suicidata. Oltre a questo comunicato ne sono stati trovati altri due: un testamento biologico e uno olografo nel quale l’ex professore ha lasciate indicate le sue ultime volontà:”Sperando, senza nessunissima illusione e convinzione a riguardo, che ciò contribuisca a rispettare la mia vita, la mia autochiria anche ben definita come libera morte, il mio dopo vita, le mie scelte di vita, il mio pensiero e le mie volontà, sia attuali sia per il futuro del mio corpo mortale e della mia identità”. Probabilmente il professore viveva con disagio la sua condizione di transgender, forse si sentiva discriminato. Recentemente anche un volto noto come il conduttore Alberto Matano ha rivelato di aver subito pesanti discriminazioni dopo aver fatto outing.

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