Lazio, l’assessore alla Sanità D’Amato: “Chi rifiuta il vaccino AstraZeneca va in coda”

L’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, rassicura: “Ancora due settimane, poi si potrà tornare in zona gialla

Lazio, D'Amato: "Va in coda chi rifiuta il vaccino AstraZeneca"

 

Il Lazio da lunedì scorso, 15 marzo, è in zona rossa, eppure i cittadini laziali dovranno stringere i denti solo per altre due settimane dal momento che dopo potranno ritornare in zona gialla o, comunque, non più rossa, come auspica l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato che confida nel fatto che due settimane, appunto, saranno sufficienti per riportare l’indice Rt sotto la soglia d’allarme.

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Il Lazio si è risvegliato con ulteriori misure della zona rossa, non è una cosa piacevole ma necessaria stante l’andamento dell’epidemia di Covid-19, con l’aumento dell’Rt che ha superato, come noto, il livello di 1.25 e quindi in automatico scatta l’entrata in zona rossa. Io credo che due settimane saranno sufficienti per ricondurre sotto la soglia di allerta l’Rt“.

“Chi rifiuta il vaccino AstraZeneca va in coda”

Quando il vaccino è approvato, è sicuro ma questo non significa che non ci siano reazioni avverse. Nel Lazio abbiamo avuto poche cancellazioni delle prenotazioni per AstraZeneca. Chiaramente le sconsigliamo perché chi lo farà, finirà in coda ed è un rischio rilevante“, così l’assessore alla Sanità e all’Integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ospite, lunedì scorso, della trasmissione “Che giorno è” su Radio 1, ha replicato alla domanda sulle disdette per le immunizzazioni con il vaccino AstraZeneca di cui l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha disposto il divieto di utilizzo su tutto il territorio nazionale in via precauzionale e temporanea.

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Noi attualmente abbiamo delle difficoltà nella regolarità degli approvvigionamenti, in particolare con 40 mila dosi in meno di AstraZeneca. Questo ha comportato una rimodulazione delle forniture soprattutto ai medici di medicina generale. La nostra macchina così marcia a un terzo della sua capacità mentre potremmo fare senza grandi problemi 60mila vaccini al giorno – ha precisato D’Amato – Abbiamo dovuto momentaneamente sospendere le consegne dei vaccini ai medici di medicina, che finora avevano preso in carica oltre 50 mila dosi che stanno eseguendo. Speriamo in 15 giorni di poter avere risoluzione, soprattutto anche attraverso J&J che dovrebbe arrivare a metà aprile“.

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