Colpo di scena nella delicata trattativa sulle pensioni: le ultimissime da Governo ed INPS sono una batosta.
Strada in salita sul fronte pensionistico. I problemi di copertura rischiano di far saltare Quota 41. Questa uscita comoda per le pensioni era stata data quasi per scontata, ma la riforma del sistema previdenziale è più ardua del previsto. Basta esaminare il DEF, il Documento di Economia e Finanza per capire che il nodo coperture non è banale. Quota 41 consentirebbe di uscire dal lavoro con 41 anni di contributi e senza vincolo anagrafico. A mancare all’appello sono tra due e quattro miliardi di euro e Giancarlo Giorgetti bolla questa cifra come insostenibile.
Anche l’inflazione ci mette del suo perché costringe l’Esecutivo ad una rivalutazione delle pensioni che rende le disastrate casse dell’INPS ancora più in bilico. All’inizio del 2023 le pensioni sono state rivalutate in modo importante come non accadeva da anni a causa della spirale inflazionistica. Presumibilmente lo stesso si dovrà fare l’anno prossimo e le coperture potrebbero diventare ancora più esigue.
Pensioni, le ultime notizie. Superare la Fornero appare più difficile
Superare la Fornero era una vera e propria bandiera per il centrodestra e tale resta, ma “con pochi miliardi la Quota 41 non si fa”. Lapidario era stato in questo senso, qualche settimana fa, Riccardo Molinari capogruppo della Lega alla Camera. Il partito di Salvini ribadisce come il tema delle pensioni è prioritario e il target resta quello della Quota 41. Il Governo all’indomani della vittoria alle urne aveva annunciato la fine dell’odiata Legge Fornero ma recentemente Pasquale Tridico ha ribadito che non ci sono le condizioni per questa riforma.
Il Governo potrebbe essere costretto a ripiegare su una semplice proroga di Quota 103 per il 2024. Ricordiamo che questo meccanismo consente di uscire con 41 anni di contributi, ma si devono avere almeno 62 anni di età. A rendere più complicato il quadro c’è la proiezione dell’INPS che rimarca che tra vent’anni il sistema pensionistico potrebbe entrare in crisi a causa della scarsa natalità e del rapporto tra contributi e pensioni erogate che diventa sempre più sfavorevole. Il Governo, tuttavia, non vuole rinunciare alla riforma delle pensioni ma potrebbe essere costretto ad un rinvio al 2025.
Globalmente la Quota 41 (che resta l’approdo della riforma) potrebbe arrivare a costare 9 miliardi di euro. Una cifra del genere non sarebbe gradita da Bruxelles. Cosa dobbiamo attenderci per il 2024? Ciò che appare a questo punto probabile è una proroga anche per APE Sociale ed Opzione Donna. Dunque anche per il prossimo anno Opzione Donna dovrebbe consentire di uscire con un anticipo medio di 53 mesi alle lavoratrici del settore privato e pubblico. Lo scotto da pagare è quello di accettare il ricalcolo dell’assegno con il penalizzante sistema contributivo.
Verosimilmente sarà confermata un’età anagrafica di almeno 60 anni che scendono a 59 per la lavoratrice con un figlio e a 58 con 2 o più figli. APE Sociale è una misura che coinvolge coloro con almeno 63 anni di età e uno storico contributivo tra i 30 e i 36 anni. Vi possono accedere i lavoratori che svolgono mansioni gravose, gli invalidi civili almeno al 74%, i caregiver, i disoccupati che abbiano esaurito il trattamento di disoccupazione.