Carne trattata come il fumo, ora iniziano a vietarne la pubblicità per distogliere le persone dall’acquisto

A breve entrerà in vigore il divieto di pubblicizzare la carne e i suoi derivati. E’ stato ormai provato che gli allevamenti di tipo intensivo sono tra i principali fattori di produzione di gas serra.

Stando ai più recenti studi delle Nazioni Unite, le emissioni di gas serra prodotte dal bestiame da allevamento rappresentano il 14,5 per cento di tutte quelle prodotte dall’uomo. Per questo motivo si è deciso di disincentivare il consumo di carne e dei suoi derivati – salumi e insaccati – vietandone la pubblicità.

ANSA/VICKIE FLORES/archivio

Il divieto entrerà in vigore nel 2024.  Con questa non si vuole certo decidere cosa le persone possano o non possano mangiare, ma – visti i preoccupanti cambiamenti climatici in atto – sarebbe irresponsabile continuare a promuovere il consumo di carne. Secondo le stime di Green Peace attualmente in Europa consumiamo circa 82 chili di carne a testa ogni anno. Per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero prefissato entro il 2050, dovremmo passare a non più di 24 chili annui pro capite. Questa decisione di vietare la pubblicità della carne non riguarda, tuttavia, l’Italia ma la città olandese di Haarlem che si trova a una decina di chilometri da Amsterdam.

L’iniziativa, proposta già nel 2021 dalla consigliera Ziggy Klazes del partito ambientalista GroenLinks – Sinistra Verde – fa parte di un più ampio progetto del consiglio comunale per incentivare la popolazione a consumare meno carne per ridurre progressivamente le emissioni di gas. Il divieto – che riguarderà solo la cittadina e non tutta la Nazione – è stato sostenuto anche dal partito dei Cristiano Democratici, che invece a livello nazionale hanno appoggiato le recenti proteste degli allevatori contro possibili limiti alla produzione di carne. Addirittura, contro le istanze ambientaliste, alcuni gruppi di allevatori hanno promosso una campagna chiamata “Nederland Vleesland”  per incentivare il consumo di carne tra gli olandesi, sostenendo che questo producesse anche benefici economici per il Paese.

Sander van den Raadt, leader locale del partito di centrodestra Trots, ha criticato aspramente l’iniziativa di vietare la pubblicità della carne dicendo che è una limitazione alla libertà d’espressione: “È straordinario che il comune di Haarlem organizzi una grande campagna pubblicitaria per dire alle persone che in città possono essere se stesse e amare chi vogliono, ma allo stesso tempo se a queste piace la carne invece della verdura verrà una “brigata paternalistica” a dire loro che si stanno sbagliando”. Ma la consigliera Klazes non si è scomposta e ha risposto sostenendo che, allora, se si vuole continuare a fare pubblicità alla carne nonostante la gravità dei cambiamenti climatici, bisogna iniziare a fare spot realistici in cui si spiega come gli animali vivono veramente dentro gli allevamenti: “Niente agnelli saltellanti e vitelli felici disposti, per così dire, di propria iniziativa a saltare sul coltello per noi. No. Le pubblicità dovrebbero contenere immagini cruente di macelli, mucche infilzate tra gli occhi, rotaie infinite con polli morti, stalle con scrofe e maiali su reti d’acciaio”.

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