Bologna, i genitori vogliono liberarsi del figlio di 13 anni “Abbiamo paura di lui, qualcuno se lo prenda”

La famiglia del 13enne dice di aver paura e di essersi rivolti ad un legale. Ma la storia del bambino violento fa discutere

La storia ha dell’incredibile, se a raccontarla non fossero gli stessi protagonisti. Una coppia nel bolognese ha deciso di parlare della difficile situazione che stanno vivendo da mesi, a causa di problemi familiari piuttosto delicati.

Ansa/ Alessandra Massi

Secondo quanto affermato un loro figlio di 13 anni avrebbe minacciato più volte i familiari, arrivando a ferire con un coltello il suo fratellino. I genitori ora dicono di aver paura e di essersi affidati ad un legale, ma la storia del bambino violento è molto delicata per via dei problemi di salute mentale che non vanno affatto sottovalutati.

Bambino violento, i genitori si affidano ad un legale

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Una famiglia nel bolognese avrebbe denunciato le continue minacce da parte di uno dei loro figli di 13 anni. La coppia si è rivolta ad un legale in modo da affrontare una complicata situazione. Il minore avrebbe ferito – in modo non grave e solo superficiale – il fratellino con un coltello. “Dormiamo con le porte chiuse a chiave – ha spiegato il papà del ragazzo – Ci sentiamo in pericolo e abbiamo anche ricevuto minacce da parte di nostro figlio”. Secondo il racconto dell’uomo il 13enne avrebbe minacciato la famiglia di ucciderli nel sonno e di dare fuoco alla casa.

Non si tratta semplicemente di un comportamento “da bullo” o volto ad ottenere qualcosa da parte dei genitori. Al ragazzino è stato diagnosticato un disturbo depressivo. Quando si parla di storie di questo tipo è necessario tenere a mente di quanto le dinamiche domestiche e lo stress potrebbero portare a conseguenze spiacevoli. Ma a peggiorare le cose sono le polemiche nate attorno al trattamento del ragazzo e alla presunta superficialità delle istituzioni. I genitori, tramite il loro legale, hanno querelato l’assistente sociale incaricato della faccenda, accusando di omissione d’atti d’ufficio, mancato intervento e lesioni colpose. Secondo l’avvocato la famiglia si era rivolta alle istituzioni già due anni e mezzo fa.

Dopo essere stato affidato all’Ausl del comune, al bambino sono stati prescritti farmaci calmanti. Il consiglio dell’assistente sociale sarebbe stato quello di fornire al ragazzo uno spazio in garage. In questo modo il ragazzo sarebbe potuto stare tranquillo. Una condizione che avrebbe peggiorato ancora di più la situazione, fino ad arrivare al grave episodio degli ultimi giorni.

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