Stefano non accetta che la sua ex abbia un altro: nessuno riesce a fermarlo

Ennesima storia di sangue e violenza. A scatenare la furia di Stefano Solazzo la gelosia.

Spesso dietro i crimini più efferati sono dettati dal movente più classico: la gelosia. Abbiamo ancora tutti bene in mente la piccola Elena, pugnalata dalla madre per vendicarsi dell’ex compagno che stava insieme ad un’altra.

ANSA/MANUEL SCORDO/ARCHIVIO

Il 56enne Stefano Solazzo, invece, è andato diretto verso il suo rivale, il nuovo compagno della ex. Lunedì 25 luglio, intorno alle ore 18.15 l’uomo – italiano ma residente in Svizzera – ha raggiunto il nuovo fidanzato della sua ex – il 48enne Daniele Morello, titolare di una ditta di trasporti – e lo ha ucciso a colpi di pistola nei boschi di Cantello, in provincia di Varese. Dalle prime ricostruzioni, pare che la vittima sia stata attirata dal suo assassino con la scusa di un appuntamento di lavoro. Una volta lì, i due uomini avrebbero avuto una discussione. Dopo avergli sparato, Solazzo l’avrebbe poi scaricato sul ciglio della strada, dove il cadavere è stato ritrovato, all’imbocco della Valsorda, a poche centinaia di metri dal confine con Varese.

Ma non è ancora tutto. Solazzo, dopo aver ucciso il rivale è salito sulla propria automobile ed è andato a cercare l’ex compagna alle terme di Stabio dove la donna lavora. Le ha sparato in strada ed è fuggito, forse credendo di aver ucciso anche lei. Fortunatamente la donna non è morta anche se versa in grave condizioni e ha riportato una ferita seria. Infine, a completamento della sua opera, Solazzo si è suicidato con la stessa arma con cui ha ucciso Morello e ferito gravemente la sua ex compagna. Un omicidio suicidio in piena regola. Probabilmente il 56enne non accettava che la ex avesse voltato pagina e si fosse rifatta una vita con un altro. Carabinieri e Polizia Cantonale hanno collegato i tre eventi avvenuti a brevissima distanza l’uno dall’altro e hanno fatto presto a chiudere il cerchio. Le indagini in collaborazione tra le autorità italiane e quelle elvetiche serviranno a chiarire solo alcuni dettagli, tra cui la provenienza dell’arma usata per la carneficina. Gli inquirenti sono al lavoro per capire se Solazzo avesse regolare porto d’armi. Anche se ormai la tragedia è avvenuta.

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