Alzheimer: questi alimenti lo tengono lontano

Alzheimer, questi alimenti lo tengono lontano: ecco la dieta che potrebbe aiutare per la prevenzione contro questa demenza.

L’Alzheimer è purtroppo la forma più comune di demenza che, come riporta L’Istituto Superiore della Sanità su Epicentro, colpisce oggi circa il 5% delle persone sopra i 60 anni, per una stima solo in Italia di 500mila ammalati.

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Il possibile rapporto dell’alimentazione con il morbo di Alzheimer (foto: Pixabay).

Stando ad alcuni studi però, si potrebbe prevenire e contrastare il declino cognitivo seguendo una dieta comprendenti alcuni tipi di cibi; ecco gli alimenti che potrebbero davvero aiutarci.

Alzheimer, questi alimenti lo tengono lontano: ecco la dieta secondo gli studi

Stando a quanto riportato da Humanitas, che ha avuto modo di pubblicare sul suo sito le parole del suo responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia I, ci sarebbero alcuni alimenti che secondo i ricercatori diminuiscono la probabilità di sviluppare Alzheimer, oltre che contribuire a ringiovanire il cervello.

A quanto pare, si dovrebbe mantenere un regime alimentare composto di cereali integrali, legumi, verdure (soprattutto a foglia verde), noci, frutti di bosco (in particolare mirtilli), pesce, pollo, olio di oliva e vino, eliminando invece quasi del tutto il burro, i dolci, il formaggio grasso e i cibi fritti oppure quelli dei fast food.

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Su Humanitas le ipotesi della possibile relazione fra dieta e prevenzione del morbo (foto: Pixabay).

Una dieta sana dunque potrebbe contribuire alla prevenzione, anche se gli studi in merito sono ancora in via di sviluppo è c’è ancora parecchia incertezza fra i ricercatori stessi. “Oggi non è possibile affermare con certezza se un particolare componente nutrizionale provochi o prevenga la malattia di Alzheimer” spiega il professore Alberto Albanese, parlando poi delle possibili sostanze che posso aiutare col morbo.

“Finora la prova migliore  risiede nella possibilità di utilizzare sostanze antiossidanti, quali la vitamina E e la vitamina C” ha rivelato, parlando poi di alcuni studi su modelli sperimentali che vedono l’Alzheimer associato a femonemi infiammatori e danno ossidativo, anche se “non è ancora stato chiarito se questi processi siano una causa o un effetto della malattia” conclude, parlando dell’ipotesi che la vitamina C e E possano svolgere un’azione protettiva, al momento comunque solamente tale secondo gli studi.

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