Pensioni 2023: da dicembre i cambiamenti, ecco cosa potrebbe succedere

Pensioni 2023, cambia tutti da dicembre? Ecco cosa potrebbe succedere stando alle nuove proposte tra sindacati e Ministero dell’Economia.

A partire dal 2023 potrebbero esserci dei cambiamenti per quanto riguarda le pensioni, da tempo argomento di dibattito per i vari membri del parlamento; con la situazione di emergenza mondiale data dalla guerra in Ucraina il governo ha avuto parecchio altro di cui occuparsi, ma pare che i sindacati spingano  per aggiungere la questione pensioni tra le priorità.

pensioni 2023
Cosa potrebbe cambiare per le pensioni? (foto: Pixabay).

Stando a quanto riporta Qui Finanza, è al momento tutto possibile perché il Def dell’Esecutivo non ha approvato ancora nessuna modifica alla legge Fornero; al momento nel 2023 dovrebbe quindi tornare in vigore senza cambiamenti, ma ci sono diverse proposte in ballo.

Pensioni 2023, cambia tutti da dicembre? Ecco cosa potrebbe succedere

Al momento, con Quota 41 in scadenza, il governo Draghi starebbe valutando l’ipotesi di una pensione in ‘due tempi’, con due assegni diversi prima e dopo i 67 anni.

Stando a quanto riporta Qui Finanza, l’ipotesi è caldeggiata dal presidente dell’Inps e prevedrebbe una prima quota basata sui contributi versati fino a quel momento, mentre con la pensione di vecchiaia ci sarebbe l’assegno pieno.

Si potrebbe quindi lasciare il lavoro già compiuti 64 anni, per poi ricevere la pensione piena una volta superati i 67; potrebbero poi essere richiesti anche almeno 20 anni di contributi versati allo Stato e una quota contributiva  pari o superiore a 1,2 volte rispetto all’assegno sociale.

Questo sistema dovrebbe permettere allo Stato di spendere circa 400 milioni, contro i 10 miliardi di Quota 41; la proposta verrà valutata insieme ad altre, per un discorso pensioni che merita sicuramente la massima attenzione da parte di tutti.

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Diverse proposte sul tavolo di discussione per le pensioni (foto: Pixabay).

I sindacati propongono invece  l’estensione della flessibilità a partire dai 62 anni di età e condizioni più favorevoli e strutturali per l’accesso alla pensione da parte delle categorie più deboli; quanto al Ministero dell’Economia, la richiesta è che la spesa rientri nel pieno rispetto dei conti pubblici.

Probabilmente, entro l’arrivo del nuovo anno, avremo modo di sapere quali saranno le eventuali modifiche alle pensioni, sempre nel caso che vengano effettuate davvero.

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