Pillole di Iodio contro il nucleare: ecco perché non serve prenderle prima

Pillole di Iodio, ecco perché non serve prenderle prima: parla il presidente Federfarma Emilia – Romagna.

pillole di iodio
Non serve prendere prima le pillole di Iodio (foto: Pixabay).

La guerra scoppiata in Ucraina sta tenendo col fiato sospeso tutto il mondo, che vorrebbe che tornasse presto la pace nell’Est-Europa; sono già partite tantissime inziative umanitarie a sostegno dei civili, nella speranza che si cessi presso il fuoco.

A preoccupare è anche la possibilità di una guerra nucleare, che avrebbe davvero effetti devastanti su tutta la popolazione, portando numerose vittime; l’ipotesi è davvero da scongiurare e si deve fare di tutto affinché non ci sia più nessuna Hiroshima né nessuna Nagasaki.

Il timore dello sgancio di una bomba atomica ha portato diverse persone a ricercare le pillole di Iodio, ma che andrebbero prese solo in caso di emergenza e sotto il controllo del Servizio Sanitario Regionale.

Pillole di Iodio, ecco perché non serve prenderle prima: la spiegazione dal presidente Federfarma Emilia-Romagna

Parlando al Corriere di Bologna, il presidente Federfarma Emilia-Romagna Achille Gallina Toschi ha cercato di tranquillizzare la popolazione, spiegando come in caso di emergenza radiologica sarebbe il Servizio Regionale Sanitario a distribuire le pillole di Iodio, che come si legge nel Piano nazionale italiano per le misure protettive in caso di situazione del genere, sarebbero utili a contenere gli effetti delle radiazioni.

Prenderle preventivamente, però, non è di certo consigliato, come sottolinea anche Gallina Toschi, interrogato in merito.  “È sconsigliata l’assunzione preventiva di un farmaco a base di iodio quando non si è esposti a radiazioni, salvo non sia specificamente indicato dal medico” spiega sempre il presidente Federfarma Emilia-Romagna al giornale, indicando anche come l’assunzione preventiva potrebbe essere dannosa.

pillole di iodio
(foto: Pixabay).

Quanto alle scorte di pillole di ioduro di potassio, la situazione sembra essere rincuorante, con Gallina Toschi che specifica come sia una “sostanza diffusa e di facile reperibilità” e che l’Italia, in caso di necessità, potrebbe distribuirla senza problemi.

La speranza di tutti è che le compresse restino nelle farmacie e non soltanto non ci sia nessuna guerra nucleare (di cui abbiamo già purtroppo assistito agli effetti devastanti nello scorso secolo, da evitare di ripetere assolutamente) ma anche che il conflitto in Ucraina si fermi il prima possibile.

Impostazioni privacy