Ucraina: boom di prenotazioni in albergo, ecco cosa sta succedendo

Nonostante il triste periodo di guerra in Ucraina si stanno registrando molte prenotazioni in alberghi e case vacanze. Cosa sta accadendo esattamente.

Fiori non bombe
Fiori non bombe
(@patry.lamantia)

In questi giorni l’Ucraina è un tragico scenario fatto di missili, bombe, carri armati, morti, feriti e popolazioni in fuga. Nonostante la guerra si stanno registrando delle prenotazioni sia in alberghi che in Airbnb. Sorgono spontanee due domande. Perché? A chi vanno i guadagni ?

Airbnb sta registrando molte prenotazioni da parte di coloro che non hanno ovviamente intenzione di andare in Ucraina ma semplicemente di pagare il soggiorno. Sono circa 1,9 milioni di dollari di prenotazioni in queste due settimane di guerra.

Sono state 61.406 notti prenotate in Ucraina nell’arco di 48 ore, questo l’incredibile dato e l’introito è entrato automaticamente nelle tasche dei proprietari delle case.

Le motivazioni delle prenotazioni in Ucraina

Airbnb prenotati in Ucraina
Airbnb prenotati in Ucraina
(@dmarge)

Brian Chesky, L’amministratore Delegato di AirBnb ha spiegato che il gesto è una donazione libera. Sono tantissime le persone da tutto il mondo che hanno prenotato Airbnb semplicemente per supportare l’Ucraina.

Chesky è rimasto molto colpito da questo atto di estrema generosità. Circa 34 mila prenotazioni sono arrivate dagli Stati Uniti. Sono invece 8 mila quelle dal Regno Unito mentre dal Canada sono 3 mila.

In Russia invece le prenotazioni sono sospese da parte di Airbnb. L’azienda sta dando la possibilità a coloro che vivono in Germania, Polonia, Romania e Ungheria, paesi più vicini all’Ucraina, di fare una iscrizione al portale Airbnb. In questo modo offrono agli ucraini la possibilità di un alloggio.

Sono circa 100 mila i rifugiati in fuga dall’Ucraina verso i paesi confinanti, a cui Airbnb ha intenzione di dare una sistemazione sicura. L’azienda ha deciso di penalizzare sia la Russia che la Bielorussia bloccando tutte le prenotazioni in queste due nazioni.

Anche le piattaforme di prenotazione online Priceline ed Expedia hanno attuato la stessa tattica d’isolamento. Una strategia che è stata portata avanti anche da Ikea che ha annunciato di chiudere i suoi 17 punti in Russia.

L’azienda Apple ha annunciato lo stop delle vendite degli iPhone e altri suoi apparecchi di elettronica in Russia.

 

 

 

 

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