Stavano bene, sono morti, ma AstraZeneca non ha colpa: i primi esiti delle indagini fanno capire come finirà

Proseguono le indagini per stabilire se vi sia o no un legame di causa-effetto tra il vaccino di AstraZeneca e i decessi avvenuti a seguito.

AstraZeneca

Giovedì 18 marzo l’Agenzia Europea del Farmaco – Ema – sarà chiamata a pronunciarsi sul vaccino anglo svedese di AstraZeneca, prodotto in collaborazione con l’Università di Oxford. Il vaccino presenta numerose differenze rispetto ai concorrenti Pfizer e Moderna e in seguito ai decessi registrati dopo la somministrazione del farmaco l’Agenzia italiana del farmaco – Aifa – ha preferito fare un passo indietro e rimettere la questione al giudizio dell’Ema. Pertanto AstraZeneca è stato sospeso in Italia, Francia e Germania. Mentre Danimarca, Islanda e Norvegia avevano già messo uno stop al vaccino di Oxford da circa una settimana a causa di alcune gravi reazioni allergiche segnalate.

Nel frattempo in Italia proseguono le indagini per stabilire un eventuale nesso causale tra la somministrazione di AstraZeneca e i decessi avvenuti a seguito. Per ora – riferisce il Corriere della Sera –  non ci sarebbe alcun collegamento fra vaccino e decesso. Bisognerà attendere il risultato degli esami istologici e del sangue ma, da quanto emerso dagli accertamenti sulla morte del 57enne Sandro Tognatti – insegnante di musica e professore di clarinetto di Biella, deceduto dopo 17 ore dalla vaccinazione – si tende ad escludere un legame causa-effetto. I risultati – per ora parziali – dell’autopsia hanno evidenziato un improvviso problema cardiaco quale causa della morte dell’insegnante.

Tuttavia i dubbi dei familiari di Tognatti non si placano anche perché – spiega la Repubblica –  l’autopsia ha rilevato che il cuore dell’uomo era in perfetta salute. Un malore cardiaco, per quanto improvviso, appare piuttosto inspiegabile. Prima di ricevere il farmaco, l’insegnante era stato visitato e non era stato trovato alcun problema, tutt’altro. E non trovano pace neppure i familiari di Stefania Maccioni, insegnante romana di 50 anni. La donna è deceduta il 9 marzo al Policlinico Gemelli dopo essere entrata in coma 24 ore prima. Aveva ricevuto la prima dose di AstraZeneca il 25 febbraio e – secondo quanto testimoniato dai parenti – era stata talmente male da decidere che avrebbe rinunciato alla seconda iniezione. Dall’autopsia della docente sono emerse due cose: non aveva malattie congenite e che è morta a causa di  una trombosi venosa cerebrale massiva sulle cui origini si dovrà indagare visto che la donna, prima di essere vaccinata, stava benissimo.

Sempre nella Campania di Vincenzo De Luca, si continua ad indagare sulla morte di Vincenzo Russo, collaboratore scolastico di 58 anni, scomparso pochi giorni dopo essere stato vaccinato con AstraZeneca. Mentre, di recente è mancato il vigile urbano Rocco Calabrese. Calabrese lavorava  in provincia di Salerno ed è morto dopo essere stato vaccinato con una dose di Pfizer. A Gela, invece, la procura indaga sulla morte cerebrale per trombosi emorragica di  un’insegnante di soli 37 anni. A Messina nuova consulenza disposta per accertare le cause del decesso dell’ agente di polizia Davide Villa, morto a 50 anni dopo dodici giorni di agonia seguiti alla somministrazione del vaccino anglo svedese. Mentre a Catania sono stati celebrati i funerali di Stefano Paternò, sottufficiale di Marina di 43 anni. Il giovane è deceduto sedici ore dopo il siero di AstraZeneca lasciando la moglie e due bambini di 12 e 14 anni.

Impostazioni privacy