Chiara, la catechista che uccise una donna a martellate in garage non ha impietosito i giudici

Una donna di 45 anni ha brutalmente ucciso una coetanea colpendola con un martello. L’omicida faceva la catechista.

bergamo chiara alessandri
Chiara Alessandri

Nel giro di pochi giorni Bergamo ha visto concludersi due processi per omicidio, seppur con esito completamente diverso. Se Marco Lodetti – il trentatreennne di Dalmine che nel maggio 2020 uccise la madre Giovanna Gamba – è stato assolto in quanto ritenuto incapace d’intendere e volere, sorte opposta è toccata a Chiara Alessandri, 45enne di Gorlago. La catechista – riferisce Il Giorno – nel 2018 uccise la sua rivale in amore, la 42enne Stefania Crotti. La vittima infatti, oltre ad essere mamma di una bimba di 8 anni rimasta orfana, era anche la moglie di Stefano Del Bello, l’uomo di cui Alessandri era innamorata  e con cui aveva avuto una breve relazione extraconiugale durata qualche mese. Lasciata dall’amante che aveva scelto di restare con la moglie, la 45enne avrebbe così architettato un piano per liberarsi della rivale credendo forse che, una volta vedovo, l’amato sarebbe tornato da lei.

L’astuta catechista, la sera del 17 gennaio 2018, dopo aver attirato Crotti nel garage con un inganno – si era inventata di aver organizzato una festa – la uccise brutalmente colpendola alla testa con un martello. Dopodiché la caricò sulla sua auto e, una volta raggiunti alcuni vigneti nella zona di Erbusco, scaricò il cadavere della vittima e diede fuoco.

La vendetta è costata molto cara alla donna: la Corte d’appello ha confermato la condanna a 30 anni. I giudici di secondo grado hanno ribadito la condanna, sposando la lettura dei fatti del giudice per l’udienza preliminare Alberto Pavan. Ma, a differenza della sentenza di primo grado, è stata rimossa l’applicazione della misura della libertà vigilata per tre anni, una volta espletata la pena. In primo grado la catechista di Gorlago era stata ritenuta una spietata manipolatrice che aveva pianificato nei dettagli l’eliminazione di Crotti. L’imputata – spiega il Corriere della Sera – ha sempre negato di aver appiccato l’incendio per bruciare il cadavere della vittima. Ha ammesso solo di avere colpito Crotti con un martello ma – a suo dire – avrebbe agito così per difendersi. Il legale che l’ha assistita, l’avvocato Gianfranco Ceci, ha manifestato la volontà di ricorrere in Cassazione in quanto ci sarebbero i margini per chiedere la riqualificazione in tentato omicidio.

Alessandri, in una lettera  alla madre, aveva scritto di confidare almeno nelle attenuanti generiche vista la sua condotta esemplare dietro le sbarre. Durante il processo la 45enne ha raccontato alla Corte come la sua vita da reclusa sia incentrata su un percorso di sostegno psicologico e riabilitazione per riabbracciare al più presto i figli, che sente attraverso Skype. La donna a breve conseguirà il secondo diploma. In questi ultimi mesi, mettendo a frutto le sue abilità con ago e filo, ha prodotto mascherine per la collettività. Ma tutto questo non è servito per ottenere una condanna più mite.

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