Spagna, scoppiano le proteste per l’accordo tra PSOE e Junts

L’accordo firmato tra il Partito socialista spagnolo e quello separatista catalano ha scatenato accese manifestazioni nel Paese.

La mossa di Pedro Sánchez non è affatto piaciuta ai tantissimi cittadini spagnoli che, in seguito alla firma dell’accordo con il partito Junts per Catalunya, sono scesi in piazza dando inizio ad una serie di manifestazioni e proteste. Il presidente uscente è stato accusato di essere disposto a sacrificare “la legge e la giustizia” per portare avanti i propri interessi.

Spagna, l'accordo tra PSOE e Junts
Carles Puigdemont, a capo di Junts per Catalunya, alla firma dell’accordo con il Partito socialista spagnolo – Foto Ansa – FormatoNews.it

Nella mattinata di giovedì 9 novembre, è stato firmato il patto tra il Partito socialista spagnolo guidato da Sánchez (PSOE) e quello separatista catalano che vede al timone Carles Puigdemont. L’obiettivo del premier, ovviamente, è di potersi assicurare un nuovo mandato. Per farlo, ha puntato sul sostegno per la formazione di un nuovo governo da parte del partito indipendentista.

Ad una condizione, però. L’accordo, infatti, prevede l’ottenimento dell’amnistia per i membri di Junts. I leader del partito condannati in seguito all’organizzazione del noto referendum del 2017 vedranno annullarsi le loro sentenze e sciogliersi qualsiasi processo in cui sono coinvolti. Una prospettiva che, molto presto, si è dovuta scontrare con manifestazioni e scontri violenti.

Spagna: dalle manifestazioni contro l’accordo tra PSOE e Junts all’attentato a Vidal-Quadras, tensioni in continuo aumento

Il referendum sull’indipendenza della Catalogna era riuscito a creare una vera e propria spaccatura interna al Paese. Portato in auge dal Parlamento catalano, e agognato dalla maggioranza dei cittadini, il voto è stato fermato dal governo spagnolo. Nonostante la schiacciante vittoria del “sì” (per il 90% dei votanti).

Le proteste in Spagna per l'accordo tra PSOE e Junts
Le manifestazioni scoppiate nel Paese – Foto Ansa – FormatoNews.it

Quella che per molti sarebbe passata alla storia come una rivoluzione è finita con l’essere bloccata. La Costituzione spagnola, infatti, non contempla la possibilità di decidere sulla propria indipendenza per le comunità autonome. Tutto si è concluso con la condanna di Puidgemond, alla guida di Junts per Catalunya, e altri membri del partito separatista. Oggi, tuttavia, per loro si è aperta la possibilità di ottenere un’amnistia totale.

In cambio, come affermato precedentemente, del supporto a Sánchez. La firma del patto tra il Partito socialista e quello indipendentista è avvenuta a Bruxelles. Come precisato da Santos Cerdán, firmatario dall’accordo per il PSOE, si tratta di un tentativo di apertura che punta a “risolvere il conflitto” tra parti scoppiato proprio per la volontà dei separatisti di rendere indipendente la Catalogna.

Per Sánchez il sostegno di Junts è fondamentale per la prossima legislatura. Peccato che il patto abbia scatenato le reazioni dei partiti sia di destra che di sinistra, con gravi accuse al premier. I disordini che stanno segnando la Spagna in questi giorni sono stati descritti come “una vera battaglia campale” dal quotidiano La Vanguardia. Nel Paese la tensione è decisamente palpabile.

Agli scontri tra cittadini e polizia si aggiunge l’attentato all’ex leader del Partito Popolare della Catalogna Alejo Vidal-Quadras. Gli hanno sparato in volto, colpendolo alla mandibola, mentre si trovava nel centro di Madrid. Il politico – noto per essere stato uno dei fondatori del partito di estrema destra Vox – è ancora in vita, sebbene le sue condizioni siano molto gravi. Intanto, è partita la “caccia all’uomo” per trovare il suo aggressore.

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