Nomina la badante erede universale. Lei ottiene la casa e 125mila euro a settimana

Un ricco imprenditore ha lasciato tutto il suo patrimonio all’infermiera che lo accudiva. Nulla, invece, ai familiari.

Una casa di lusso nel centro di Roma e 125mila euro a settimana: questo ha ereditato la 57enne Antea Retta, infermiera del ricco imprenditore Mario Di Carlo, dopo la morte dell’anziano. La donna era stata nominata erede universale.

ANSA/ALESSANDRO DI MEO/archivio

Ma non sono state tutte rose e fiori: infatti la 57enne è finita a processo. I familiari di Di Carlo l’hanno accusata di circonvenzione di incapace. I nipoti hanno accusato l’infermiera di essersi approfittata dell’anziano e di averlo plagiato. “Nessuna circonvenzione d’incapace, ma un rapporto affettivo era alla base del legame tra Antea Retta e il defunto Mario Di Carlo. La mia assistita e l’ingegnere Di Carlo erano come padre e figlia, hanno convissuto per ben tredici anni. Di Carlo aveva deciso volontariamente di estromettere i nipoti dalla sua vita e nel 2013 c’è stata la scissione societaria. Due certificazioni e una consulenza ne attestano la sanità mentale” – queste le parole dell’avvocato di parte civile Carmelo Pirrone  a Fanpage.

Rispetto all’accusa di averlo raggirato, facendosi intestare una casa in pieno centro a Roma in Largo del Nazareno da oltre 2 milioni di euro il legale ha evidenziato che il testamento di Di Carlo fu redatto avanti ad un importante notaio romano, accompagnato da due certificazioni mediche, che attestano la sanità mentale dell’imprenditore. L’anziano, fino alla fine, era pertanto perfettamente in grado di disporre dei suoi beni e decidere lucidamente a chi lasciarli, nonostante i familiari sospettino il contrario e temano che l’uomo sia stato ingannato e manipolato a causa della sua età avanzata. Ma a ulteriore conferma della capacità d’intendere e volere di Di Carlo il fatto che l’uomo avesse ancora patente e porto d’armi nel momento in cui fece redigere il suo testamento: “Di Carlo al momento dei fatti risultava essere in possesso di entrambi, ciò è un’ulteriore prova del suo stato di piena coscienza e sanità mentale“. Non è certamente questo il caso ma, talvolta, i dubbi dei familiari possono rivelarsi fondati. Qualche tempo fa una badante ha sottratto 700mila euro alla 90enne che accudiva la quale è deceduta improvvisamente. La badante ha anche provveduto a fare subito cremare il cadavere.

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