Consumare modeste quantità di alcol non dovrebbe danneggiare l’organismo, ma cosa succede veramente in questi casi?
L’insegnamento base sul consumo di alcol contempla l’assunzione di massimo mezzo calice di vino a pasto; tecnicamente, per anni si è pensato che bere una modesta quantità di bevande alcoliche non avrebbe mai apportato danni all’organismo. Il principale rischio infatti consiste in un eventuale danneggiamento del fegato (principale responsabile dello smaltimento delle molecole alcoliche) e l’insorgenza di malattie ad esso correlate.
Persino la Regina d’Inghilterra non ha mai rinunciato al suo Martini quotidiano, pratica nonostante la quale Elisabetta II ha raggiunto ben 96 anni d’età e gode di splendida salute. Eppure, stando ad alcuni recenti studi, sembra che il consumo di alcol non andrebbe solo ridimensionato, bensì addirittura eliminato completamente. Parliamo infatti di un rischio a livello cerebrale, verificabile solo con il passare del tempo e quindi difficile da contrastare preventivamente. Approfondiamo insieme l’argomento nel prossimo paragrafo.
Alcol: da eliminare anche il calice di vino a pasto!
Stando ad alcuni studi più recenti, il consumo di più di sette unità alcoliche a settimana provocherebbe un accumulo di ferro nella struttura del cervello. Cosa comporta questo? Fondamentalmente, aumenta così il rischio di insorgenza di malattie cerebrali neurodegenerative. In particolare, i marcatori di ferro sfavoriscono i movimento motori, ma anche l’apprendimento procedurale, il movimento degli occhi, la cognizione e perfino il controllo delle emozioni.
Lo studio ha visto protagonisti 21.000 pazienti la cui età media era circa 55 anni, di cui il 48,3% donne. I ricercatori hanno riscontrato in tal caso anche una scarsa consapevolezza della quantità di alcol assunta da alcuni soggetti: il 2,5% si è dichiarato come un non bevitore, quando in realtà consumava più di 18 unità alcoliche a settimana. Successivamente, dai dati è emerso che molti di loro presentavano un accumulo di ferro in determinate parti del cervello, responsabili dei principali processi cognitivi.
Insomma, sfatiamo quindi il mito secondo cui è possibile bere due calici di vino al giorno; tecnicamente non andrebbero superate le 7 unità settimanali, le quali in ogni caso rappresentano un limite massimo e andrebbero ridimensionate ulteriormente. Parliamo comunque di una soluzione che l’organismo si abitua a smaltire con l’avanzare dell’età, ma che non contiene alcun valore nutrizionale fondamentale per l’organismo.