Udito: i segnali ai quali prestare massima attenzione

Udito, ecco i segnali ai quali prestare massima attenzione: come prevenire ascoltando i principali campanelli d’allarme.

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Problemi d’udito, attenzione a questi segnali (foto: Pixabay).

Essere in grado di sentire bene è piuttosto utile  e gradevole nella vita di tutti i giorni e, chi nasce avendo la fortuna di avere l’udito funzionante (visto che purtroppo non per tutti è così) deve cercare di preservare questo senso, al pari di altri come ad esempio la vista.

Solitamente, per quest’ultimo facciamo molta più attenzione e ci accorgiamo subito quando abbiamo disturbi nel vedere: ma per quanto riguarda l’udito? Ecco i segnali ai quali prestare la massima attenzione.

Udito, i segnali che dovremmo notare: i principali campanelli d’allarme

Solitamente, il calo dell’udito è un processo lento e progressivo che porta ad una difficile comprensione delle parole in luoghi piuttosto rumorosi, oppure difficoltà di seguire una conversazione con i toni bassi.

Si inizia anche facendo fatica a sentire cosa chi ci parla in casa con la televisione accesa, oppure di non riuscire a seguire i dialoghi in tv col conseguente alzamento del volume. Sono tutti segnali che potrebbero segnalare un calo dell’udito, insieme anche alla percezione di suoni ovattati oppure di ronzii o fischi difficilmente distinguibili.

“In presenza di ipoacusia, la correzione precoce è importantissima perché anche un semplice abbassamento della funzione uditiva può contribuire allo sviluppo di un decadimento cognitivo” spiega il Prof. Carlo Antonio Leone, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale dell’ospedale Monaldi di Napoli.

Intervenire subito porta a prevenire sintomi molto più gravi, evitando così che l’udito cali ulteriormente e mantenere così uno stile di vita molto più soddisfacente.

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La prevenzione aiuta ad evitare problemi più gravi (foto: Pixabay).

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D’altronde, quello della perdita dell’udito pare essere una minaccia seria per tantissime persone in tutto il mondo; in una previsione, l’OMS ha sottolineato come entro il 2050 potrebbero soffrire di questo problema circa il 10% della popolazione mondiale.

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Una percentuale sicuramente alta e che spaventa, ma che un’adeguata prevenzione può fare abbassare.

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