Si parla sempre più spesso di “phubbing” e dei rischi associati a questa pratica. Ma di cosa si tratta? E perché può essere un’insidia?
Il telefonino si è diffuso praticamente ovunque connettendoci al mondo intero. Ma ha anche creato paradossi e, ammettiamolo, pure universalizzato la cafoneria. A volte con esiti pericolosi. Non è un mistero che queste tecnologie ci connettono alla rete ma spesso e volentieri al prezzo di sconnetterci dalla realtà.
Non serve che pensare ai cosiddetti “smombie” (neologismo derivante dall’unione di smartphone e zombie): gli zombie col telefonino che vediamo aggirarsi pericolosamente per le strade delle nostre città con lo sguardo perennemente incollato allo schermo dello smartphone.
Ma lo “smombismo” non è l’unica cattiva abitudine collegata all’uso compulsivo dei cellulari. Da qualche tempo si parla infatti di “phubbing”. Come è facile intuire, anche questa è una parola composta dall’unione di due termini della lingua di Shakespeare: phone (ovvero “telefono”) e snubbing, vale a dire “snobbare”. Ma in cosa consiste il phubbing? Lo vedremo subito.
Phubbing, se lo conosci (forse) lo eviti
Avrete già capito che il phubbing indica quella tendenza assai poco piacevole che consiste nell‘ignorare totalmente la persona che abbiamo davanti perché impegnati ad armeggiare col nostro inseparabile telefonino. Insomma, possiamo dire che il phubber è la versione statica dello smombie.
Pensate a tutte le volte che ci ostiniamo a visualizzare lo schermo dello smartphone, spesso in modo meccanico, quasi inebetito, mentre il nostro interlocutore tenta (invano) di rivolgerci la parola. Ma niente da fare: lo snobbiamo! Nei casi peggiori la consultazione compulsiva del cellulare può essere un indice di dipendenza. Il paradosso è che a forza di stare attaccati ai social finiamo per diventare… antisocial al massimo!
E non solo: la pratica (o meglio il vizio) del phubbing può far male anche alla coppia. È il caso, riferisce Euronews, di Amy, una manager londinese di 31 anni, che ha visto naufragare una relazione che durava da sei anni. Il declino ha avuto inizio, racconta, quando il partner ha cominciato a dedicare più attenzione al suo telefono che non a lei.
Le cose sono degenerate nel 2021 a causa di un preoccupante deficit di comunicazione all’interno della coppia. «Ogni volta che gli facevo presenti i miei sentimenti, lui si mostrava sprezzante», vediamo confessare Amy. «Era una piccola cosa che è diventata enorme nella mia testa e si è aggiunta alla mia sensazione di essere ignorata nella relazione».
L’impatto negativo del phubbing emerge da una ricerca turca condotta dall’università Niğde Ömer Halisdemir. I risultati dello studio – che ha esaminato 712 persone sposate, con un’età media di 37 anni – mostrano che i danni maggiori si registrano tra partner di vecchia data. I coniugi che si sentivano più “phubbati” erano anche quelli che provavano meno soddisfazione nel matrimonio, dove il phubbing porta a un aumento dei conflitti e a una riduzione dell’intimità.