La fiaba di Cenerentola è una delle più celebri e amate di tutti i tempi. Ma qual è la vera origine di questa storia conosciuta da tutti?
Le fiabe sono storie popolari raccolte per secoli e che ad oggi la maggior parte di noi conosce. Gran parte del mondo conosce la storia di Cenerentola grazie alla versione animata prodotta da Walt Disney, del 1950. Questo film di animazione portava sul grande schermo la storia della povera orfana maltrattata dalla matrigna e dalle sorellastre che, però, si trasforma in un’icona universale di speranza, magia e lieto fine.
L’immagine consolidata di Cenerentola è quella di una dolce e gentile ragazza che, con l’aiuto della fata madrina, troverà la felicità col suo amato principe azzurro. Sebbene sia questa la versione più famosa e conosciuta, non è la più antica. Si potrebbe pensare che la fiaba sia stata scritta dai fratelli Grimm, a cui dobbiamo un vasto numero di racconti popolari. Ma è così?
La versione di Basile: Cenerentola e Napoli, lo stretto legame
La storia colloca Jacob Ludwig Karl Grimm e suo fratello Wilhelm Karl Grimm in un periodo che va dalla fine del Settecento alla metà dell’Ottocento. Le loro fiabe sono raccolte nell’opera chiamata “Le fiabe del focolare”, che risale al 1812-1822. Per quanto riguarda Cenerentola, però, va detto che la prima versione della storia risale molto probabilmente ad un’antica fiaba egiziana, quella di Rodopi, citata da Erodoto. Passando per l’Occidente, la versione che possiamo considerare più antica è quella di Giambattista Basile, letterato napoletano, padre dell’opera “Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille”, una raccolta di 50 fiabe edita nel 1634-1636 in cui si inserisce anche quella della Gatta Cenerentola.
La versione di Giambattista Basile è molto più cupa e complessa rispetto alla Cenerentola a cui siamo abituati. La protagonista della fiaba si chiama Zezolla ed è una giovane ragazza che vive col padre e con una matrigna crudele. Maltrattata e sfruttata dalla matrigna, Zezolla cerca una via d’uscita ma, nell’ascoltare il consiglio della sua governante, commetterà un errore gravissimo. Arriverà ad uccidere la sua matrigna sia per liberarsi dalle sue angherie, sia per permettere alla sua governante di sposare suo padre.
Quest’ultima aveva promesso di essere una matrigna molto più buona e che l’avrebbe trattata come una figlia. In realtà, la governante, che si chiamava Carmosina, si dimostrò una matrigna ancora più crudele della precedente. Lei e le sue sei figlie renderanno la vita di Zezolla un vero e proprio inferno. Ormai ridotta in schiavitù, la ragazza potrà sperare solo nell’aiuto di una fata che, più o meno come la versione che conosciamo, le permetterà di partecipare ai balli reali che venivano organizzati dal re. Al terzo ballo, perderà una delle sue scarpe ed il resto lo sappiamo già.
Il legame tra la storia di Cenerentola e Napoli, dunque, è racchiuso nella penna di Giambattista Basile, ma non è l’unico legame. Esiste un posto a Napoli che ha ispirato la fantasia dello scrittore per l’ambientazione della sua storia.
Palazzo Reale e la scarpetta di Cenerentola
Uno degli elementi più caratteristici della fiaba della Gatta Cenerentola è l’ambientazione ispirata alla Napoli del XVII secolo. Un esempio emblematico è lo scalone maestoso che compare nella storia. Come ben sappiamo, allo scoccare della mezzanotte Cenerentola lascia il ballo in tutta fretta, perdendo una delle sue scarpette sulle scale. Basile si ispirò allo scalone del Palazzo Vicereale di Napoli, un magnifico edificio che durante il Regno Spagnolo dominava la città e che ad oggi non esiste più.
Costruito nel 1543 e abbattuto nel 1837, al suo interno il palazzo possedeva uno scalone monumentale che è – quasi – possibile ammirare anche oggi. Infatti, anche se il Palazzo Vicereale visto da Basile non è più visitabile oggi, il Palazzo Reale di Napoli, ampliato successivamente nello stesso posto, possiede uno scalone altrettanto grandioso che con ogni probabilità ricalca le fattezze dello scalone originale del palazzo preesistente. Ancora oggi, lo scalone d’onore del palazzo continua ad evocare l’atmosfera fiabesca che Basile catturò nella sua immortale narrazione.
La Gatta Cenerentola sarà la base su cui sia i fratelli Grimm che Charles Perrault, ma anche lo stesso Walt Disney, baseranno la propria versione di Cenerentola.