Pensione: ecco chi sono i fortunati che potranno andarci a 63 anni

Lavoro, ecco chi può andare in pensione a 63 anni: questa situazione è davvero difficile ma permette questa possibilità.

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Le condizioni per la pensione a 63 anni (foto: Pixabay).

Trovare un’occupazione in questo periodo di crisi è davvero difficile, tanto che il governo nel corso degli scorsi anni ha promosso diversi incentivi e bonus per chi si è trovato in difficoltà, specie con lo scoppio della pandemia.

Chi ha questa particolare condizione pare però che, come riportato da Proiezioni di Borsa, possa andare in pensione a 63 anni; ecco chi può beneficiarne e perché.

Lavoro,ecco chi può andare in pensione a 63 anni

Affrontare quotidianamente le varie sfide che la vita propone non è mai facile, specie quando ci si ritrova anche a prendersi cura di una persona disabile, che per le sue condizioni ha bisogno di molte più attenzioni.

Per questo, lo Stato ha da tempo promosso vari aiuti e agevolazioni sia per i disabili che per le persone a loro vicine che li assistono, in modo tale da agevolarli a livello logistico ed economico; per i lavoratori dipendenti esistono permessi e congedi speciali tramite la Legge 104, ma lo stesso invece non succede per chi è lavoratore autonomo.

Anche questa categoria di lavoratori può però avere diritto a diverse agevolazioni,  (come ad esempio l’esenzione da bollo) e, cosa molto importante, anche sfruttare l’anticipo pensionistico a carico dello Stato, come l’APE Sociale, che è stata prorogata dalla Legge di Bilancio al 31 dicembre 2022.

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I lavoratori autonomi possono sfruttare quest’agevolazione (foto: Pixabay).

Questa particolare indennità a carico dello Stato viene erogata dall’INPS ai soggetti che rispondono a determinati requisiti previsti dalla legge e con almeno 63 anni d’età; spetta non soltanto  ai lavoratori dipendenti iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, ma anche  ai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali.

L’indennità potrà essere richiesta da chi assiste da almeno sei mesi un parente di primo grado od un coniuge disabile quotidianamente, e che è quindi con lui convivente; nel caso di convivenza vale anche per parenti di secondo grado, purché quelli di primo grado o il coniuge della persona abbia più di 70 anni oppure siano invalidi o siano deceduti. L’invalidità, inoltre, deve essere riconosciuta ai sensi dell’art.3 co.3, della Legge 104.

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