Milano, spara per difendere se stesso e il collega: poliziotto finisce indagato

Ha sparato per difendere se stesso e il suo collega da un aggressore armato con un coltello.  Ora rischia un’accusa per eccesso colposo di legittima difesa.

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Il capoluogo lombardo ancora in cima alla cronaca. Qualche giorno fa è stato finalmente denunciato, dopo due anni, il “famoso” maniaco di Baggio che era solito denudarsi e masturbarsi davanti ai bambini del condominio in cui vive.  Ora , invece, a rischiare di entrare nel registro degli indagati è un poliziotto di 23 anni. Il giovane, nella notte tra il 22 e il 23 febbraio, ha sparato ad un uomo di 45 anni,  Jerry Dimaculangan, uccidendolo.  I fatti – spiega la Repubblica –  si sono svolti in via Sulmona, nella periferia sud est di Milano, tra Brenta e Corvetto. Il poliziotto, stando alle ricostruzioni, avrebbe agito per difendere sé e il suo collega.  Dimaculangan, infatti, avrebbe aggredito con un grosso coltello il 23enne e un altro poliziotto. Ma ora per l’agente potrebbe aprirsi una strada tutta in salita: rischia di essere accusato di eccesso colposo di legittima difesa.

Stando alle testimonianze di alcune persone che vivono nello stesso palazzo della vittima, l’uomo – in evidente stato d’alterazione – sarebbe sceso in strada dove avrebbe aggredito i due poliziotti con un coltellaccio da cucina. L’agente di 23 anni, dunque, per tutelare se stesso e il suo collega, avrebbe reagito sparando e ferendo a morte l’aggressore.  Gli investigatori hanno ascoltato quasi tutti i testimoni. I vicini di casa di Dimaculangan – riferisce Fanpage –  lo hanno descritto  come una persona violenta e affetta da problemi psichici. Descrizione perfettamente corrispondente anche a quanto dichiarato dalla moglie dell’uomo che, agli inquirenti, ha raccontato tutte le difficoltà nel convivere con il marito nel corso degli anni.

La coppia infatti era separata da alcuni mesi: la donna, dopo anni di ripetute violenze, si era decisa ad andare via di casa portando con sé anche la figlia più piccola. Il figlio maggiore, invece, era già andato via da casa molto tempo prima. Il ragazzo – da quanto emerso – avrebbe lasciato la casa dei genitori dopo che il padre era arrivato a minacciarlo con una tenaglia.  Ora il pubblico ministero Paolo Storari, che coordina l’inchiesta, dovrà valutare – dopo tutti gli accertamenti del caso – se la reazione del giovane poliziotto sia stata una risposta adeguata e proporzionata al pericolo corso.

 

 

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