Covid, troppi morti in Italia: aperte inchieste in tutto il Paese

L’età media avanzata non giustificherebbe il numero così elevato di decessi legati al Covid registrato in Italia. Al via le inchieste.

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Getty Immages/ Hugh Hastings

L’età media, in Italia, è decisamente avanzata se confrontata con quella di altri Paesi europei ed extraeuropei. Tuttavia il numero di decessi legati al Covid risulta davvero sproporzionato al numero dei contagi, anche tenendo conto dell’età media della popolazione. I conti, a quanto, pare non tornano. La Procura di Milano e altre procure del distretto milanese – riporta Il Secolo XIX –  hanno già aperto centinaia di fascicoli per omicidio e lesioni colpose ed epidemia colposa: in meno di otto mesi, per omicidio colposo sono stati aperti 68 fascicoli con indagati e 178 senza. Mentre per lesioni colpose sono stati iscritti 169 fascicoli con indagati e 590 senza.

A destare sospetti – specialmente in Lombardia – i morti nelle case di riposo i  contagi e i decessi negli ospedali e sui luoghi di lavoro. Numerose denunce  sono infatti pervenute all’ufficio da parte di dipendenti di strutture sanitarie. Ma non mancano anche gli esposti da parte delle organizzazioni sindacali a tutela dei dipendenti che si sono infettati durante lo svolgimento della propria professione perché non adeguatamente tutelati. A Lodi, ad esempio – da dove tutto sarebbe partito più di un anno fa – sono stati aperti 38 procedimenti per presunta colpa medica.  Altre 11 indagini, sempre per  presunta colpa medica riguardano, invece,  gli effetti del contagio nelle Rsa. Decine i fascicoli aperti anche a Busto Arsizio, Como, Lecco dove si monitorano i decessi degli anziani ospiti delle case di riposo rispetto agli anni precedenti.

Covid e criminalità organizzata

A tutte queste indagini si aggiungono quelle su presunte speculazioni  sulle mascherine. Ciò che si teme – e che si cerca di scongiurare – è l’intromissione della criminalità organizzata che potrebbe cogliere l’opportunità di approfittare di tutte le diverse agevolazioni finanziarie. Le mafie potrebbero allungare i propri tentacoli seguendo due diversi percorsi, entrambi collegati al Covid. In primis potrebbero cercare di rivendere i vaccini attraverso un mercato nero parallelo. In seconda battuta potrebbero – come già sta avvenendo – impossessarsi di piccole e medie imprese e attività commerciali e ristorative messe in ginocchio dal lockdown. Gli inquirenti hanno già individuato collegamenti tra mafia, ‘ndrangheta e camorra in Lombardia finalizzati al riciclaggio di denaro ed al narcotraffico con uomini che fanno da cerniera.

E la situazione non sembra più rosea neppure dall’altro estremo dello “stivale”. Anche a Lecce – riferisce la Repubblica – la Procura ha aperto un fascicolo sul focolaio scoppiato all’interno della residenza socio sanitaria San Vincenzo di Miggiano. Nella struttura, in meno di un mese, si sono registrati 41 contagi e 13 morti. Tutto è partito da un esposto dei familiari di Antonio Luigi Daniele, un 76enne deceduto nella notte tra il 25 e il 26 gennaio 2020 presso il Dea di Lecce dopo aver contratto il Covid all’interno della rsa. I parenti della vittima hanno sollevato dubbi sul fatto che la residenza non abbia seguito con attenzione i protocolli  per contrastare l’emergenza sanitaria causata dal Covid. Sono inoltre state portate   prove video e fotografiche per mostrare come il livello di attenzione contro il Covid non fosse adeguato già da aprile 2020.

 

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