Scuola: niente più gruppi su WhatsApp

I presidi del Lazio stanno cercando di dare un freno all’utilizzo di WhatsApp come mezzo di comunicazione tra i genitori e gli insegnanti.

I presidi di tutto il Lazio dicono basta ai continui messaggi, mandati a tutte le ore da parte dei genitori verso i professori e maestri.

Si era resa la necessità di scambiarsi i numeri di telefono quando due anni fa scoppiò la pandemia e il successivo lockdown.

Scuola: non si potranno più utilizzare le chat per parlare con i professori
Scuola: non si potranno più utilizzare le chat per parlare con i professori (Pixabay)

Dopo due anni, però i presidi chiedono a gran voce che questo mezzo di comunicazione venga interrotto, dato che creerebbe solo nervosismo e confusione.

Bisognerà utilizzare solo il registro elettronico, pensato proprio per questo motivo. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi Lazio, Cristina Costarelli, prova a spiegare come mai si è arrivati a questa decisione “Ormai se i genitori hanno dei dubbi scrivono direttamente al dirigente o al professore, anche se sono le dieci di sera, senza neanche andare a ricontrollare circolari già pubblicate”.

Scuola: non si potranno più utilizzare le chat per parlare con i professori

Infatti, proprio per questo motivo si è creato il registro elettronico, in modo tale che ogni genitore possa sapere in tempo reale tutto quello che riguarda il proprio figlio.

Come spiega la presidente “ci sono strumenti ugualmente immediati come il registro elettronico, che inviano notifiche in tempo reale quando viene caricata una nuova circolare. Sarebbe opportuno utilizzare quello, per le comunicazioni ufficiali, oppure le mail”.

Anche Mario Rusconi, presidente dell‘Anp ha affermato al Corriere della Sera che le chat di classe dovranno essere utilizzate solo per le emergenze “Altrimenti stravolgono completamente il rapporto che ci deve essere con le famiglie. Non vogliamo abolirle ma regolamentarle”.

Scuola: non si potranno più utilizzare le chat per parlare con i professori
Niente più chat tra i professori e i genitori degli alunni (Pixabay)

Il presidente si lamenta anche dell’uso che si fa un eccessivo utilizzo della chat “Si creano situazioni anomale. C’è il genitore che dice ‘perché mio figlio ha preso 7 e non 8?’, oppure ‘perché avete spiegato con due mesi di ritardo la perifrastica passiva?”.

Insomma, non si potranno più inviare messaggi privati con i docenti dei propri figli, che spesso vengono spesso utilizzate in modo non corretto.

E voi cosa ne pensate di queste parole? Siete d’accordo o preferireste avere un contatto sempre diretto con i professori? Fateci sapere cosa ne pensate.

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