Trieste, poliziotti uccisi in Questura: per i giudici l’assassino non è imputabile

Si può processare ma non si può condannare: questo l’esito della perizia sul dominicano che nel 2019 uccise due poliziotti a Trieste nel corso di un interrogatorio in Questura. 

Era il 4 ottobre 2019 quando il 29enne  dominicano Alejandro Augusto Stephan Meran, uccise i due poliziotti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego durante una sparatoria in Questura a Trieste. Il giovane si trovava in Questura insieme al fratello, il 32enne Carlysle Stephan Meran per un interrogatorio su una rapina avvenuta quella mattina, quando sfilò la pistola dalla tasca di un agente e iniziò a sparare ferendo a morte i due poliziotti. Stando a quanto stabilito dalla perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Assise di Trieste, l’uomo non può essere condannato. E’ processabile ma non imputabile.  Una prima perizia psichiatrica su Meran aveva stabilito la parziale incapacità del giovane d’intendere e volere. La nuova perizia-  firmata da Stefano Ferracuti, professore di Psicologia clinica alla Sapienza di Roma – ribadisce che il reato è stato commesso all’interno di una condizione mentale caratterizzata da un delirio persecutorio, di pregiudizio e di onnipotenza ed esclude totalmente la capacità di volere.

I legali dell’accusa non si arrendono e promettono di dare battaglia. I due avvocati – che rappresentano i Feriti e le vittime della criminalità e del dovere – hanno specificato che la perizia psichiatrica presenta diversi punti poco chiari ed è su questi che faranno leva per ottenere giustizia per le due vittime. L’ipotesi che sta prendendo piede, infatti, è che il giovane dominicano non trascorra nemmeno un giorno in cella ma sconterà la pena in una residenza specifica per chi ritenuto non imputabile.  Sulla questione è intervenuto anche il Sap di Trieste, il Sindacato Autonomo della Polizia che, in una nota, ha ribadito la ferma volontà di ottenere giustizia, di non perseguire alcun intento di vendetta ma di pretendere giustizia per i due colleghi uccisi mentre prestavano servizio per la sicurezza del Paese. Nella nota del Sap si legge: “Nessuna scusante e nessuna attenuante deve essere concessa all’autore di questo orrendo duplice omicidio. Non vi è da parte nostra alcuna volontà di vendetta ma solamente una richiesta di una reale giustizia”.

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