Reggio Emilia, ragazza rifiuta di sposarsi. Lei scompare, i familiari visti con un piede di porco e una pala

Diciottenne scompare misteriosamente dopo aver rifiutato un matrimonio combinato. Indagati alcuni dei familiari.

saman abbas scomparsa

Circa un mese fa da Novellara, nella bassa Reggiana, la misteriosa scomparsa della 18 enne pakistana Saman Abbas. La ragazza –  riferisce Rainews –   l’11 aprile era rientrata in famiglia dopo quattro mesi trascorsi in una comunità protetta. La 18 enne era sta ivi  collocata dai servizi sociali ai quali lei stessa si era rivolta in cerca di aiuto nell’ottobre 2020 per sfuggire alla famiglia che – ancorché minorenne – voleva imporle un matrimonio combinato con un cugino. Tuttavia, dopo il suo rientro a casa di lei si sono perse   le tracce. Il 5 maggio i Carabinieri hanno bussato alla sua porta per notificarle un atto ma non hanno trovato né lei né i genitori. Si è scoperto in seguito che il padre e la madre della giovane erano partiti giorni prima per il Pakistan, improvvisamente e senza nemmeno dare il preavviso ai datori di lavoro.

Inizialmente si era pensato ad un caso di sequestro di persona. Si pensava che i genitori avessero rapito la figlia per riportarla in Pakistan e costringerla a sposarsi contro il suo volere. Ipotesi accantonata in quanto, dalle liste di imbarco all’aeroporto di Malpensa,  risultavano solo i nomi dei genitori e non già quello di Saman. Il telefonino risulta sempre spento e non vi è traccia della ragazza neppure in Belgio dove, nel giugno 220, era fuggita per ribellarsi alle imposizioni culturali della sua famiglia. Saman, infatti, non voleva indossare l’Hijab – come si evince da alcune foto in cui mostra i lunghi capelli e l’orecchino al naso che contrastano con alte immagini della stessa giovane costretta a mettere il velo – né vivere secondo le regole che i suoi familiari ritenevano “sacre”.

Oltre ai genitori – riporta Il Fatto Quotidiano – sono state individuate altre persone che avrebbero avuto un ruolo nella  sparizione della ragazza. In particolare, analizzando le immagini della videosorveglianza dell’azienda -risalenti allo scorso 29 aprile – sono stati riconosciuti due cugini della giovane che vanno ad aggiungersi ai genitori e a uno zio nella lista dei sospettati. Dalle immagini si vedono i due cugini di Saman uscire da un capannone con attrezzi da lavoro la sera precedente l’ultimo avvistamento della ragazza. In particolare tenevano in mano un secchio con dentro un sacco azzurro e un piede di porco. Gli inquirenti ipotizzano che quegli attrezzi possano essere stati utilizzati  per preparare la buca in cui seppellire la cugina “ribelle”.

Saman era arrivata a Novellara all’età di 14 anni dopo che il padre – assunto come raccoglietore di frutta – aveva ottenuto il ricongiungimento familiare. Nonostante il suo desiderio di studiare per diventare medico, la famiglia le fece interrompere gli studi dopo la terza media non iscrivendola neppure alle scuole superiori. Complessivamente, quindi, dopo le immagini della videosorveglianza, sono salite a 5 le persone iscritte nel registro degli indagati: madre, padre, zio e due cugini. Il fascicolo è aperto per omicidio.  Solo qualche giorno fa un caso simile si è verificato in Iran. Anche in questo caso i due genitori hanno prima drogato, poi ucciso e infine fatto a pezzi il figlio – un regista 47 enne – in quanto quest’ultimo non aveva alcuna intenzione di sposarsi.

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