Milano, porta il bimbo disabile nel cortile per il compleanno: i vicini chiamano i vigili

In un comune del Milanese una mamma e altri quattro adulti sono stati multati per aver portato i loro figli nel cortile. Tra questi c’era un bimbo affetto dalla sindrome di Tourette.

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Ancora “drammi” tra vicini di casa. Qualche giorno fa, nel Bresciano, un uomo ha sparato con il fucile ad un gruppetto di ragazzi che stavano facendo una festa perché non era stato invitato. A Cesano Boscone, piccolo comune in provincia di Milano, invece cinque adulti sono stati multati per aver portato i figli a giocare nel cortile. A denunciarli, ancora una volta, i vicini. I fatti risalgono al 14 aprile, data in cui la Lombardia era ancora in fascia arancione. Quel giorno era il compleanno di uno dei bambini, un 12enne affetto dalla sindrome di Tourette. La diagnosi era arrivata  a gennaio ma già da novembre il bambino non frequentava più le lezioni in presenza. E a distanza, da solo davanti allo schermo per quasi tutto il giorno, era tutto ancora più difficile. L’unico spiraglio tra il 12enne e il mondo esterno, da mesi, era il cortile condominiale.

E in occasione del suo compleanno, a fatica, la mamma era riuscita a convincerlo a uscire in cortile per passare un po’ di tempo di svago con gli altri bambini. La sindrome di Tourette, infatti – secondo le valutazioni della neuropsichiatra che segue il ragazzino – non gli consente di passare troppo tempo a contatto con altri. Tuttavia, secondo i medici, è importante che il bimbo non perda del tutto le relazioni sociali e il contatto con gli altri. Con i suoi coetanei specialmente. Per questo Chiara, la madre, aveva insistito per farlo scendere in cortile. La donna – riporta Il Giorno – ha spiegato: “Nessuna festa, non c’erano torte, né palloncini, era giusto un modo per farlo stare in compagnia, perché gli farebbe bene“. Ma il pomeriggio si è, invece, concluso con cinque multe per un totale di 400 euro. Oltre a Chiara sono stati multati altri quattro adulti.

Alle 18.15 hanno suonato al citofono i vigili – chiamati da alcuni vicini di casa – i quali hanno chiesto solo i documenti e scritto gli estremi. Il giorno dopo, si sono presentati con i verbali. Tra l’altro il bambino, riconoscendo le divise dei vigili dallo schermo del videocitofono, è subito andato in crisi. Chiara ha precisato: “I bimbi erano in cortile, sono sempre stati fra i sei e gli otto massimo, ho offerto de tè a tutti e portato il gel igienizzante, eravamo a distanza. I vicini che li hanno contattati non si sono mai esposti di persona, ma sono certa che sanno bene che sindrome ha mio figlio”.

 

 

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