Ultimo giorno di lavoro per Guglielmo, travolto da un camion poco prima di tornare a casa

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Guglielmo Gava, camionista 63enne di Scorzè, è morto travolto dal tir guidato dal collega che stava facendo manovra girando verso destra

Guglielmo Gava camionista morto travolto tir collega
(Pixabay.com)

Guglielmo Gava, 63 anni, camionista di lungo corso, era a Spresiano sul camion di I.L., un collega classe ’71 di origini rumene. Per  l’uomo, 63enne, era l’ultimo giorno di lavoro. La prossima settimana avrebbe avuto un nuovo incarico come autotrasportatore e dal collega rumeno aveva avuto tutte le istruzioni riguardo al mezzo che avrebbe guidato. Intorno alle 18, non appena uscito dalla cabina per fare ritorno alla propria macchina, Gava è stato investito. Il collega girando verso destra non si è reso conto della presenza di Guglielmp e lo ha travolto.

Inutili i tentativi di salvarlo da parte dei soccorritori che erano accorsi in via Padania Industriale, davanti all’Odissea, oltre la Pontebbana. Lì è accaduto l’impatto. Nel luogo del sinistro, sino a tarda sera, alle 22, la Polizia Stradale di Treviso ha eseguito gli accertamenti.

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Gli agenti hanno ascoltato il collega di Gava per comprendere nei dettagli per quale motivo non abbia visto la vittima, centrata frontalmente dal camion nel corso della manovra. Il collega era disperato. “Ci siamo salutati, è sceso dal tir ed è andato verso il marciapiede – ha dichiarato piangendo –. Io ho controllato gli specchietti e ho svoltato a destra. Non mi ero accorto che era davanti al mezzo, non potevo vederlo“.

Gava era padre di Andrea, a cui è stata data notizia mentre era a Milano. A 63 anni Guglielmo era soddisfatto per aver ottenuto una nuova opportunità di lavoro. Quest’ultimo avrebbe lavorato, come autonomo, per i proprietari del camion del collega. Nessuno avrebbe previsto un epilogo così drammatico di questa giornata.

Guglielmo Gava qualche anno fa finì sui giornali perchè arrestato con le accuse di riciclaggio, poi diventato ricettazione e infine incauto acquisto. Un imprenditore lo aveva incaricato di portare un autocarro in Bulgaria. Quando stava per imbarcarsi a Bari venne arrestato: il camion risultava provento di un furto. Rimase 18 giorni in carcere, prima di tornare a casa con l’obbligo di firma. “Stava eseguendo un ordine del titolare – disse il sui legale  – non poteva sapere che i due camion erano stati rubati”. Impugnò la sentenza con la quale era stato assolto  per prescrizione: voleva un’assoluzione con formula piena e un risarcimento per ingiusta detenzione.