Caterina Balivo, svelati i motivi che l’hanno spinta a lasciare “Vieni da Me”

L’ex conduttrice di “Vieni da Me”, Caterina Balivo, ha svelato quali sono i reali motivi che l’hanno spinta a lasciare il programma.

 

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L’ex conduttrice Caterina Balivo, in un’intervista al settimanale F, ha rivelato quali sono i reali motivi che l’hanno spinta a rinunciare a condurre il programma, “Vieni da Me” che per anni l’ha vista al timone. L’anno scorso, a causa del Covid-19, la Rai decise di interrompere tutti i programmi che erano in diretta, come quello condotto dalla presentatrice. Dopo qualche mese, Caterina Balivo è tornata sul piccolo schermo, ma a causa di alcuni problemi, la presentatrice ha dovuto chiudere il programma almeno un mese prima.

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A raccontarlo è la stessa presentatrice: il motivo principale per cui ha lasciato il programma è legato alla gestione della sua famiglia. La Balivo ha raccontato inoltre “A maggio eravamo tornati in onda ma mio marito se n’è andato di casa: non poteva rischiare, per motivi suoi personali di salute, di essere esposto al contagio”. E poi non ce la faceva a gestire i tre figli, Guido Alberto di 8 anni, Cora, 3 anni, e Costanza, 16 anni, nata da un matrimonio precedente del marito “Tre figli senza scuola, la diretta ogni giorno: non ce la facevo”.

Caterina Balivo ha svelato durante un’intervista al settimanale F i motivi che l’hanno indotta a lasciare il programma

Ed ha voluto sottolineare di come durante la Pandemia, le donne hanno sofferto di più e di come siano state più sfavorite rispetto agli uomini.

“Basterebbero gli asili nido: se le grandi aziende non li creano al loro interno, se non permettono di far entrare i figli per l’allattamento (io stessa non ho mai potuto portare Cora in Rai), come fa una donna a conciliare lavoro e maternità?”.

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Ed aggiunge anche “Asili nido gratuiti, scuole a tempo pieno. Cose banali, che nessuno fa. Finché la donna si vergogna di dire in ufficio “Ho il colloquio con la maestra”, finché l’uomo viene deriso perché va alla recita della figlia, culturalmente le cose non cambieranno mai. Se voglio che Guido venga alla recita, devo dirglielo mesi prima. E sa come mi risponde? “Se non ho una cosa importante vengo”. Se non hai una cosa importante? Perché noi ci ammazziamo per esserci e loro no? Non lo accetto”.

 

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Non definisce però il marito come maschilista, ma “Mi chieda se si scoccia quando il sabato sto tre ore al telefono per lavoro, mentre lui se ha impegni nel fine settimana esce e neppure avvisa: la risposta è sì. (…) La verità è che anche i migliori sono uomini moderni ma maschilisti. Il prossimo step è avere uomini moderni e basta: io insegno a mio figlio che il padre dovrebbe occuparsi di lui esattamente come la madre”.

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