Primo caffè della giornata: 400 euro di multa perchè era stato servito in una tazzina

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Il titolare di un bar di Genova è stato multato per 400 euro per aver servito il caffè in una tazzina di ceramica e non in una “usa e getta”

Genova, barista serve il caffè in una tazzina di ceramica: multa di 400 euro
(Getty Images)

Quanto costa una tazzina dell’ottimo, profumato caffè? Novanta centesimi di euro, un euro e 10 centesimi ma anche 400 euro! Eh sì, avete letto bene: per aver servito il caffè in una tazzina di ceramica invece che in una “usa e getta” a Boero, il titolare di un bar del centro storico di Genova – “Lo Scorretto”  –  è stata notificata una salata ammenda pecuniaria, 400 euro appunto, stesso importo che dovrà sborsare anche il cliente, per non aver rispettato le misure anti-contagio da Covid-19. Il verbale della multa è stato affisso alla saracinesca del bar che il titolare, come ha spiegato al quotidiano “Il Secolo XIX”, ha deciso per il momento di abbassare non riuscendo a proseguire la propria attività in queste condizioni.

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“La cosa che più mi fa male è che anche il cliente è stato multato”

“Ieri mattina alle sette e mezza avevo appena tirato su la serranda e quello era il primo caffè che facevo. Non avevo neanche fatto in tempo a tirare fuori le tazzine di cartone, così l’ho servito in una normale e l’ho consegnato al cliente che ha consumato fuori in piazzetta“. Pochi secondi, secondo quanto raccontato dal titolare al quotidiano genovese, e si sono materializzati tre agenti in borghese che dopo essersi qualificati lo hanno sanzionato. “La cosa che più mi fa male è che anche il cliente è stato multato. Un caffè che gli è costato 400 euro“.

Nel frattempo il bar “Lo Scorretto” è diventato meta di pellegrinaggio dei clienti abituali e degli amici del titolare che vi si recano per manifestargli solidarietà mentre sui social è stata lanciata una raccolta fondi per aiutarlo. “Gli agenti non hanno voluto sentire ragioni – recrimina il barista – Credo serva della comprensione. Eravamo in due in questa piazzetta, avrei capito se lo avessi servito nel locale. Agire in questo modo per un errore è assurdo: fatichiamo a pagare a malapena le spese. Con la zona arancione non voglio far rischiare i miei clienti. Rimane il rammarico per il modo in cui siamo stati trattati, come se avessi servito droga e non un caffè“.

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