Covid, ecco come riconoscere i sintomi della variante inglese

La variante inglese del Covid è più contagiosa in una misura che varia dal 30 al 70%. Lievi le differenze sotto il profilo sintomatologico

Coronavirus, come riconoscere i sintomi della variante inglese

La variante inglese del Covid, come attestano i dati epidemiologici, si sta diffondendo anche nel nostro Paese, ragion per cui negli ultimi giorni è tornata prepotentemente d’attualità la possibilità di un nuovo lockdown totale, fortemente invocato, in particolare, da Walter Ricciardi, consulente scientifico del Ministro della Salute Roberto Speranza. Ma in che cosa si differenzia dal ceppo originario e quali sono i sintomi per riconoscerla? Presente sul territorio britannico ormai dal settembre 2020, la variante inglese del Covid è stata studiata dagli specialisti del Regno Unito che hanno pubblicato, il 21 gennaio scorso, i dati raccolti attraverso una ricerca preliminare. Stando ai risultati del suddetto studio, la nuova variante è sicuramente più contagiosa, forse anche più letale, in un range che va dal 30% al 70%. Dal punto di vista sintomatologico, le differenze non sono enormi: secondo quanto accertato, la variante provoca una minor perdita del gusto e dell’olfatto ma una tosse in una forma più acuta.

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A prescindere dalle lievi differenze nello spettro sintomatologico, a preoccupare veramente gli esperti è la sua elevata trasmissibilità, anche nei soggetti meno fragili o a rischio come, ad esempio, le donne giovani e in forma, i cui ricoveri in ospedale sono aumentati negli ultimi mesi. Stando agli ultimi dati, in Inghilterra il rapporto uomini/donne nei ricoveri è attualmente quasi 1 a 1 mentre nella prima ondata è stata riscontrata una netta predominanza degli uomini.

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Al momento non esistono evidenze scientifiche che attestino l’efficacia totale dei vaccini sulle varianti come, del resto, non ne esistono in senso contrario. In proposito, l’Istituto Superiore di Sanità ha confermato che vi è la possibilità che una variante possa pregiudicare l’efficacia del vaccino, ragion per la quale è opportuno continuare a tenere alta la guardia.

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