Depressione: una dieta ricca di questa proteina aumenta le possibilità di sviluppare i sintomi.
Uno studio recente ha dimostrato una vera e propria rivoluzione al riguardo della depressione. Secondo i ricercatori ci sarebbe una proteina, nel dettaglio parliamo della prolina, che aumenterebbe il rischio di sviluppare depressione nelle persone.
Per giungere a queste conclusioni, da un lato, sono stati analizzati il tipo e la quantità di aminoacidi nella dieta dei partecipanti, e le risposte del loro corpo, tutto questo in base ad un questionario e non solo. Quello che ne è uscito fuori ha davvero sconvolto i ricercatori. Ma andiamo a vedere insieme i dettagli di questo grande scoperta.
Depressione: evitate la grande assunzione di questa proteina
La prima cosa da dire è che la prolina è un amminoacido che si trova in vari alimenti, come nel manzo nutrito con erba, nel pollo allevato al pascolo, nella gelatina, nelle carni di organi come il fegato o i tuorli d’uovo senza gabbia.
Gli scenziati come già detto in precedenza analizzando delle persone attraverso dei questionari hanno notato che tutti assumevano questi cibi e nel dettaglio questa proteina. Ma non è tutto, gli stessi si sono soffermati anche su un altra ricerca.
Depressione e Batteri: cosa li unisce
Ma non è tutto, gli scienziati hanno anche notato che c’è una certa coincidenza tra la depressione e batteri, ovvero tra depressione e geni batterici associati al metabolismo della prolina.
Oltre a questo studio, gli scienziati si sono soffermati anche su un altra ricerca. Nel dettaglio, hanno studiato ed analizzato i moscerini della frutta (Drosophila melanogaster). Entrando nello specifico hanno diviso due tipi di batteri dal microbiota associato al consumo di prolina, e li hanno aggiunti al mangime delle mosche.
Da questo cosa si è dedotto? Beh quelle che hanno mangiato cibo con Lactobacillus hanno mostrato di essere meno propende alla depressione; mentre, al contrario coloro che hanno ingerito Enterobacter, erano più depressi. Di conseguenza questo studio potrebbe portare grandi e importanti differenze nel campo dello studio dell’umore.
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