Segregata in casa dalla famiglia “Mi tengono prigioniera” e la Dad le salva la vita

Una ragazza è stata ‘liberata’ dalla clausura in cui era stata rinchiusa dai familiari grazie ad una mail inviata ai Carabinieri durante la lezione in dad.

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Getty Images / Diana Bagnoli

Una ragazza pachistana della provincia di Arezzo è stata segregata all’interno della sua stessa casa dalla famiglia, il motivo risulterebbe essere la relazione che la quasi ventenne aveva con un ragazzo poco più grande di lei e che la famiglia disapprovava completamente. Le diverse appartenenze religiose dei due ragazzi, musulmana lei ed induista lui, per la famiglia sono state motivo di chiusura e minacce di violenza fisica.

La ragazza ha tentato di uscire da questa situazione con un messaggio di aiuto inviato ai militari dell’Arma di San Giovanni Valdarno dal computer che utilizzava per la Dad, i Carabinieri, ricevuta la mail, hanno reagito immediatamente. Il messaggio era breve ed evidentemente scritto di fretta ma la ragazza è riuscita a mettere tutti gli elementi per lanciare l’allarme. La ragazza era ormai da settimane sotto un costante controllo della madre, del padre e dei fratelli, non solo nei momenti fuori casa ma anche per quelli all’interno dell’abitazione. Le era stato infatti tolto il cellulare per impedirle di contattare il ragazzo con cui aveva una relazione, e che non voleva assolutamente lasciare a causa delle pressioni della famiglia. La lotta familiare interna ha solo aumentato i dissapori portando i familiari di lei a minacciare di uccidere entrambi i ragazzi se la frequentazione fosse andata avanti.

Dopo l’allarme, lanciato dal computer che era permesso utilizzare dalla ragazza per seguire le lezioni in dad sono iniziate le ricerche nell’anagrafe dei comuni del Valdarno da parte del Nucleo Operativo per cercare di risalire all’indirizzo della mittente e nel giro di poche ore si sono presentati presso l’abitazione prelevando la ragazza cercando di non insospettire la famiglia. Dalle ricerche effettuate è risultato inoltre che la famiglia aveva passato delle precedenti problematiche ed i servizi sociali della zona seguivano il loro caso. Non potendo uscire per frequentare la scuola il computer per seguire la didattica è stato quindi la sua unica salvezza.

La ventenne una volta arrivata in caserma si è lasciata andare in uno sfogo raccontando tutta la sua storia. I problemi sono iniziati nel momento in cui i familiari hanno saputo della relazione con il ragazzo di religione induista chiedendole di interrompere perchè non era concepibile per loro la frequentazione con un ragazzo che non fosse musulmano. Ma la ragazza ha sempre espresso una determinazione ferma di voler continuare, inasprendo ancora di più lo scontro con i familiari portandola ad angoscianti momenti di segregazione e la solitudine nella quale la giovane stava cadendo ma la speranza che ha sempre tenuto in vita.

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