Covid, preoccupa la variante sudafricana: fino a 12 volte più resistente agli anticorpi

Una ricerca conferma le preoccupazioni degli scienziati in merito alla variante sudafricana del Covid: è fino a 12 volte più resistente agli anticorpi

Covid, allarme variante sudafricana: è fino a 12 volte più resistente agli anticorpi
Sezione di tessuto infettato da particelle di Sars-CoV-2

Di tutte le varianti del Covid quella che al momento toglie il sonno agli scienziati è la sudafricana: sulla base degli esiti di uno studio condotto da un team di ricerca dell’Irving Medical Center della Columbia University di New York, che ha analizzato la capacità neutralizzante del siero di persone immunizzate nei confronti di due versioni mutate del Sars-CoV-2, la variante inglese e appunto la sudafricana, contro quest’ultima risultano meno efficaci gli anticorpi indotti dai vaccini di Pfizer e Moderna. Nello specifico,  i ricercatori hanno riscontrato “un apprezzabile calo” della capacità neutralizzante della variante sudafricana rispetto a quella inglese per la quale, al contrario, “è improbabile che la perdita di attività neutralizzante (di circa due volte rispetto al ceppo originario, ndr), abbia un impatto negativo a causa dell’ampio “cuscinetto” di attività anticorpale neutralizzante residua”.

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Covid, preoccupa la variante sudafricana: fino a 12 volte più resistente agli anticorpi. Resistenza simile anche per la variante brasiliana

Destano maggiore preoccupazione, invece, i risultati sulla variante sudafricana in quanto è risultata “notevolmente più resistente alla neutralizzazione”, con un calo dell’attività neutralizzante del siero dei vaccinati di 10.3-12.4 di volte. La ricerca non ha preso in considerazione la variante emersa in Brasile (B.1.1.28), tuttavia, dal momento che alcune mutazioni analoghe a quelle della sudafricana, i ricercatori ritengono che possa avere una resistenza simile.

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Il nostro studio e i nuovi dati della sperimentazione clinica mostrano che il virus sta viaggiando in una direzione che lo sta portando a sfuggire alle terapie e ai vaccini diretti contro la proteina Spike – ha spiegato il Professor David Ho, Direttore del Aaron Diamond AIDS Research Center e docente del Dipartimento di Microbiologia e Immunologia dell’Irving Medical Center della Columbia University  – Se la diffusione dilagante del virus continua e si accumulano mutazioni più critiche, allora potremmo essere condannati a inseguire continuamente l’evoluzione del Sars-CoV-2, come accaduto per il virus dell’influenza”. Ragion per la quale, secondo David Ho, occorre interrompere il più rapidamente possibile la trasmissione del virus raddoppiando le misure di contrasto e accelerando la vaccinazione”.

 

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