Bullismo addio: le Università rifiutano i bulli (è un atto rivoluzionario)

Rivoluzione del sistema universitario: bullismo, addio! Ecco tutti i dettagli.

Il bullismo è una piaga sociale dei nostri tempi. Non passa giorno senza qualche terribile notizia riguardante i ragazzi. Casi riportati anche dai media e dalla stampa oppure più nascosti, ma ugualmente dolorosi per i giovani che subiscono e le rispettive famiglie.

Aula universitaria e giovane accerchiato/a, croce
Bullismo addio: le Università rifiutano i bulli (è un atto rivoluzionario) – formatonews.it

Sovente si raggiunge il culmine, tale per cui si arriva a gesti estremi. Non si fa mai abbastanza, difficile prevenire, la cattiveria dilaga. Il bullo manifesta atteggiamenti di violenza per celare la propria fragilità, tuttavia il male che arreca agli altri, sostenuto dai suoi complici, è inaccettabile.

Perciò si è deciso di intervenire in modo più invasivo, coinvolgendo le Università. I Rettori e docenti chiudono le porte, effettuando una precisa e minuziosa selezione degli studenti che ne varcano la soglia. Il vento sta cambiando, portando con sé conseguenze rivoluzionarie.

Il bullismo non entra nelle Università: la novità

Rispetto e civiltà, due parole di una potenza esplosiva. Apparentemente vuote nella società odierna, eppure resistono. Un esempio? Il cambio di paradigma che sta avvenendo in ambito accademico, anzi, dal prossimo anno nessuno più vorrà accogliere ragazzi con precedenti violenti: la condotta diverrà prioritaria ovunque.

Studenti universitari
Il bullismo non entra nelle Università: la novità – formatonews.it

In Italia? Magari! No, Corea del Sud. I giovani allievi che possono vantare di un curriculum scolastico eccellente ma protagonisti attivi di bullismo non potranno accedere nei più prestigiosi istituti di formazione d’alto livello del Paese. Risultati e competenze non basteranno più. Una misura che sta facendo discutere.

Qualcuno ritiene sia necessaria per contrastare il fenomeno in aumento e riportare il rispetto altrui tra i valori fondanti una comunità. Dall’altra parte si sostiene l’eccessiva rigidità di tale decisione: ‘errori di gioventù’ che non dovrebbero compromettere il futuro. Indipendentemente da come la si pensi, il 2026 l’anno della svolta.

Difatti, come riportato dall’agenzia Yonhap News, dal 2026 tutte le Università dovranno inserire la condotta tra i requisiti di ammissione, rigettando quelle richieste con episodi di bullismo alle spalle. L’intento? “Promuovere ambienti di apprendimento sicuri e rafforzare il senso di responsabilità individuale“.

Già due casi registrati: Seoul National University e Kyungpook National University. Media alta, attività extracurriculari e referenze impeccabili. Ma il comportamento scolastico avrà un peso determinante nel processo di selezione. Un carnefice plus dotato, eppure lo sguardo degli esaminanti vedrà solo un carnefice.

Una decisione che spacca in due la Corea del Sud, tra favorevoli e contrari, sebbene sia impossibile fermare il cambiamento in atto. Si rimarchi il carattere rivoluzionario dell’evento, uno Stato all’avanguardia sul piano sociale, pronto a essere di esempio per altri Paesi affinché si dia una stretta al bullismo, urgentemente.

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