Francesca Albanese nel mirino, tutti contro di lei: il suo messaggio non è passato inosservato.
Ultimamente si è sentito il suo nome, molto spesso. Di chi si parla? Francesca Albanese, relatrice speciale ONU per i territori palestinesi occupati, giurista esperta di Diritto Internazionale, specializzata in Diritti Umani e Medio Oriente. Nei giorni scorsi è stata protagonista di vicende spiacevoli, oltre a ricevere numerosi attacchi.

Un simbolo per la causa palestinese, tuttavia la sua reputazione si è incrinata. Complici le sue divergenze con la senatrice Liliana Segre, principalmente, definendola ‘poco lucida’ riguardo l’attuale momento storico. A ciò si aggiungerebbe un altro episodio ancora.
Un’intera città contro Albanese. Le sue dichiarazioni sono diventate virali, tra l’altro scatenando un putiferio. Qualcuno si mobilita, nessuno dovrebbe sottovalutare la gravità delle sue parole. Un peso importante deducibile dal chiaro messaggio trasmesso.
Francesca Albanese, di nuovo sotto tiro: pronta un’azione legale collettiva
Una class action contro la giurista. È bastata una frase perché insorgesse. Parte la causa e lei risponde a tono. Non si lascia cogliere impreparata tantomeno si spaventa. Fermezza nel difendersi, sebbene il danno sia stato commesso. Qui di seguito, si riportino tutti i dettagli.

Ospite del podcast Tintoria, Francesca Albanese ha espresso stupore nel constatare che persino i milanesi siano riusciti a mostrare unione per la Palestina, manifestando anche in tarda serata: “Questo è il primo genocidio in cui vedo un moto popolare di sdegno. Pure a Milano, nel cuore della notte, in un giorno lavorativo“.
Pronunciando la fatidica frase incriminatrice: “Milano non è Napoli, nel senso che lì ci pensano che si devono svegliare alle 6“. Interviene l’avvocato Angelo Pisani – lo storico legale in Italia di Diego Armando Maradona, come anche il difensore delle vittime di Caivano.
Dure parole, che risuonano tuonanti: “Una violenza inaccettabile contro i napoletani“. Per tale ragione, è deciso riguardo l’intenzione di avviare un’azione legale collettiva contro Albanese: “Perché comprenda cosa significa rispettare i napoletani, la bandiera italiana e la Costituzione“. Ma la replica è sopraggiunta subito.
Difatti così si è difesa: “Com’è possibile che la manipolazione di quattro minus habentes, di una battuta che era finalizzata a pizzicare i fratelli e le sorelle milanesi, venga presa come un’offesa ai napoletani? Io sono fiera meridionale (nata ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino ndr), non potrei mai offendere la mia terra“.
Addirittura si vorrebbe revocare la cittadinanza onoraria che Napoli avrebbe avuto intenzione di conferirle – proposta di Forza Italia. Un equivoco, magari una battuta male interpretata che ha sollevato polemiche, tuttora imperanti. Gli animi, infervorati, non si placheranno.





