Buono il pesce crudo, ma sai cos’è l’infezione da Anisakis? Il rischio è altissimo

Se non vuoi finire in ospedale mangiando pesce crudo, occhio a queste regole: l’infezione da Anisakis è comunissima.

Dal sashimi alle ostriche, dalla tartare ai nigiri, tutto concorre a rendere le cruditè di pesce una vera delizia per il palato. Insomma, resistere al pesce crudo è davvero un’impresa impossibile, tant’è che da Nord a Sud non c’è matrimonio che si rispetti senza una vasta gamma di crudi: dai gamberoni al salmone, c’è solo l’imbarazzo della scelta i banchetti.

Infezione da Anisakis
Infezione da Anisakis: non sottovalutarla – Formatonews.it

Per quanto sia una vera prelibatezza il pesce crudo però, non sono di certo da ignorare i rischi legati al suo consumo. Ecco perché non è da sottovalutare mai l’infezione da Anisakis, un pericolo sempre in agguato quando si parla di tartare e carpacci. Nel caso in cui, infatti, il pesce crudo arrivi sulle nostre tavole non trattato adeguatamente, sintomi come febbre, vomito, crampi addominali e diarrea sono all’ordine del giorno. Ma cos’è esattamente?

Sos Anisakis: le regole da seguire per non stare dopo aver mangiato pesce crudo

Si tratta di un parassita, un vermetto biancastro o rosato dalla lunghezza di 1-3 centimetri, visibile in alcuni casi anche a occhio nudo, che si trova nel Mar Mediterraneo, specialmente nel Mar Adriatico. L’anisakidosi o anisakiasi si manifesta nel tratto gastrointestinale a seguito di un’infezione parassitaria provocata dalle larve di parassiti. Concentrazioni maggiori di anisakis sono state riscontrate in sardine, alici, sgombro e pesce spatola, mentre salmone, branzino e orata sono pesci a zero rischio di infezione.

Infezione da Anisakis
Anisakis vermetto biancastro o rosato dalla lunghezza di 1-3 centimetri – Formatonews.it

Come fare per annientare questo parassita? Intanto c’è da dire che nella maggior parte dei casi quando si mangia pesce crudo, le larve muoiono senza provocare problemi di salute, tant’è che sono meno di un centinaio i casi accertati dal 1996 al 2011. Ma non solo. Le reazioni allergiche più serie, come lo shock anafilattico, sono ancora più rare. Questo non implica però che dobbiamo abbassare la guardia quando si mangia pesce crudo, motivo per cui per evitare ogni rischio di infezione si dovrebbe:

  1. Togliere il prima possibile le viscere dal pesce: così diminuirà il passaggio delle larve dalla cavità viscerale ai muscoli.
  2. Controllare che il pesce sia stato prima congelato a meno 18 gradi per almeno 96 ore.
  3. In alternative, è possibile anche rinunciare al crudo e cuocere il pesce per almeno 10 minuti per uccidere tutte le larve all’interno.
  4. Infine, è importante assicurarsi che il pesce crudo, se si va a pranzo o a cena fuori, prima sia stato abbattuto, come stabilito dalla normativa dell’Unione Europea in vigore dal 2004.
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