Belluno, cade in casa e si rompe un femore. I genitori chiedono e ottengono di staccare la spina

Tragica fine per la 30enne Samantha D’Incà. La ragazza aveva solo 30 anni.

Era il novembre 2020 quando Samantha D’Incà, all’epoca 28 anni, si fratturò un femore. Sembrava una cosa da nulla, un’operazione di routine. Eppure, tornata a casa dopo l’intervento la giovane iniziò a sentirsi male: dolori dappertutto, gonfiori. Ricoverata di nuovo in ospedale, Samantha entrò in coma il 4 dicembre 2020 e non si è mai più svegliata. Sabato 19 marzo – dopo oltre 14 mesi passati in stato vegetativo – i medici della struttura Gaggia Lante di Belluno hanno staccato la spina: sono state interrotte le cure che tenevano in vita la ragazza. Samantha se ne è andata a soli 30 anni e non si sa perché, non si sa cosa l’abbia portata a finire in coma. Le ipotesi, in questi due anni, sono state molteplici. La più avvalorata è che la giovane si sia presa un batterio mentre era sotto i ferri in sala operatoria.

I genitori hanno affrontato una lunghissima battaglia legale per chiedere lo stop all’alimentazione artificiale. Giorgio e Genzianella D’Incà – sostenitori del diritto di scelta e della legge sull’eutanasia – chiedevano che la loro figlia venisse liberata da quella condizione di sofferenza. Una richiesta basata sulla ricostruzione della volontà di Samantha:  “Sammy non avrebbe mai voluto una vita così, senza coscienza, dipendente da tutto e da tutti, lo diceva sempre durante la battaglia di Beppino Englaro per Eluana, e poi per Dj Fabo. La sua vita in quel letto, tra dolori e sofferenze, non è vita, non è dignità, è soltanto patimento“. I genitori per tanto tempo hanno atteso che la loro bambina riaprisse gli occhi ma tutte le perizie svolte hanno confermato che per la giovane, ormai, non c’era più possibilità di tornare alla vita di prima: Samantha era ancora in vita era solo grazie alla nutrizione artificiale. A quel punto il giudice tutelare ha nominato che il padre della paziente amministratore di sostegno della figlia, proprio per permettergli di richiedere l’interruzione delle cure in base a quanto previsto dalla legge sul fine vita del 2017. E così il padre, tra le lacrime, sabato 19 marzo ha detto addio per sempre a Samantha: “È la sua volontà prima di salutarla però la porteremo per l’ultima volta a sentire il mare” – le parole dell’uomo disperato. Di recente un altro giovane è morto dopo un lungo periodo trascorso in stato vegetativo: si chiamava Francesco Scalvini e se ne è andato dopo ben 5 anni di coma. A ridurlo così dei ladri entrati nella casa del padre.

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