Tante persone scelgono di mangiare solo frutta a cena ma si tratta di un’abitudine non adatta a tutti. L’esperta risponde agli interrogativi più comuni in merito.
Dando un’occhiata ai dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, meno di un italiano su dieci assume almeno tre porzioni al giorno di frutta (300-400 grammi circa). Il consumo medio rimane al di sotto delle raccomandazioni degli esperti, malgrado in molti spesso scelgano di mangiare solo quella per cena, per varie ragioni. Ad esempio, dopo un pasto troppo pesante o per rimanere leggeri, ma non tutti sanno che si tratta di un’abitudine non indicata per tutti. Ogni persona ha infatti le proprie esigenze dal punto di vista alimentare.

“Mangiare frutta a cena può avere sia benefici sia potenziali svantaggi. La parola chiave è ‘dipende’ dalla persona e da come bilancia la propria alimentazione nel corso della giornata”, precisa la biologa Tiziana Stallone, presidente dell’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Biologi (ENPAB), parlando ai microfoni de La Cucina Italiana. Sono diverse le variabili da prendere in considerazione, come ad esempio la glicemia instabile, l’apporto giornaliero di proteine nobili e la quantità di frutta consumata (spoiler: non è innocua come pensate).
Mangiare frutta solo a cena fa bene o fa male? Risponde l’esperta
Se volete mangiare solo frutta per cena, dovreste tenere conto di alcuni fattori. Per prima cosa, le condizioni metaboliche: è un’opzione da escludere, ad esempio, se si soffre di glicemia instabile. E poi, come sottolinea la nutrizionista e biologa Tiziana Stallone, l’apporto di proteine nobili durante il giorno deve essere sufficiente: “Mangiare solo frutta a cena può portare alla perdita di massa muscolare”. Ma non solo, perché in alcuni casi il consumo di frutta può favorire il sovrappeso, soprattutto “nei diabetici, negli insulino-resistenti e in chi soffre di sindrome metabolica”.

Insomma, si tratta di un’abitudine non adatta a tutti. È sconsigliata anche per chi deve i fare i conti con “gastrite, meteorismo o fermentazioni intestinali” ma anche per chi ha “ha colon irritabile e disbiosi”. In ogni caso, andrà privilegiata frutta di stagione e a bassa densità energetica (per evitare di innalzare la glicemia), come fragole e frutti di bosco. Infine, si dovrà rendere il pasto più completo e bilanciato possibile, affiancando alla frutta delle fonti proteiche (pesce, carne, uova o yogurt), della verdura (cruda o cotta) e della frutta secca.