Marco Van Basten il 31 ottobre 2024 compirà 60 anni. Come non fare gli auguri ad uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio. Al più grande?
Per celebrare il ‘Cigno di Utrecht’ partiamo dalla fine. Da alcune dichiarazioni rilasciate da Marco Van Basten in un’intervista datata 2020.

“C’era tristezza ovunque. Quella del pubblico, e la mia. Correvo, perché non volevo far vedere che zoppicavo, battevo le mani alla gente. E intanto pensavo che non c’ero già più, mi sembrava di essere ospite del mio funerale. Quella sera pensavo soltanto che la mia vita era stata il calcio. Adesso era diventata una fogna. Avevo il fegato a pezzi per gli antidolorifici. Avevo un dolore pazzesco a quella caviglia maledetta. Ero disperato. Dopo, quando ne sono uscito, ho capito di aver vissuto qualcosa di simile alla depressione”. Il 17 agosto 1995 è stato il giorno dell’annuncio. Il doloroso giro di campo, per gli struggenti saluti, è avvenuto a San Siro il giorno dopo. Il giorno dell’addio al calcio. Un addio al calcio giocato avvenuto, in realtà, oltre due anni prima. La finale di Champions League contro il Marsiglia, datata 26 maggio 1993 e poi vinta dai francesi, ha di fatto sancito l’ultimo atto della carriera del fenomeno olandese. Quattro interventi chirurgici non sono riusciti a porre rimedio alle sue caviglie di cristallo, indebolite da un difetto congenito della cartilagine.
La carriera di Marco Van Basten si chiude a soli 28 anni.
Marco Van Basten. Auguri al Cigno di Utrecht…e grazie
I 60 anni di Marco Van Basten e forse del più grande attaccante della storia del calcio. Le ‘sentenze’ trancianti, che non lasciano spazio a dubbi sono sempre le più pericolose da emettere. Come calamite attirano a sé critiche e giudizi avversi. Figuriamoci poi se si parla di calcio e della scelta dei migliori.

Ecco allora sollevarsi il coro di protesta dei sostenitori di Ronaldo, ‘il fenomeno brasiliano’ o di Cristiano Ronaldo, ‘il fenomeno di Funchal’. Chi scrive, però, sottoscrive, riportandole in toto, le parole di Emanuele Gamba, che sulle colonne del quotidiano La Repubblica ha scritto di Marco Van Basten: “Il più raffinato ed elegante centravanti del calcio moderno, l’unico in grado di danzare sulle punte di un fisico ciclopico”. Entrambi i piedi docilissimi e capacità di agire al meglio anche sulla trequarti. Rara attitudine nel servire assist al bacio per i suoi compagni. Abilissimo nel gioco aereo ed in acrobazia. La sua rete nella finale del campionato europeo di Germania del 1988 tra Olanda ed URSS è un perla incastonata tra le meraviglie balistiche del calcio. Nel 2020 ricordando quel tiro al volo ‘inimmaginabile’ e, soprattutto, ‘impensabile’ per i comuni mortali, il tulipano di Utrecht ha raccontato: “Era il secondo tempo ed ero un po’ stanco. Arnold Muhren mi ha lanciato ed io stavo pensando, ok, posso stoppare e cercare di superare tutti questi difensori oppure fare la cosa più facile, prendermi un rischio e tirare. Con un tiro del genere ci vuole tanta fortuna”, queste le sue ‘modestissime’ parole riportate da it.uefa.com. ‘Il Cigno’ olandese ha raccontato quindi di aver fatto la cosa più facile. Sicuramente più facile ‘solo’ se ti chiami Marco Van Basten.
Auguri ‘Cigno’.